braccata nei vicoli stretti
del mio destino
lo sento come uno stiletto
il pugno pieno di rabbia
nel cuore ficcato stretto
mentre alza la cresta il mio orgoglio
verso l'angelo maligno
che lo sfida al volo
perduto ormai
è ogni orizzonte..
resta soltanto il ricordo lontano
dei giorni acerbi quando al cielo
tu mi sollevavi forte
ricordi? Canticchiavi al mattino
e tra la barba insaponata
intravedevo il tuo sorriso
bellissimo per me...
tu eri un'aquila
un corsaro
il re del mondo...
padre
padre che mi hai lasciata
sola ad attraversare
questo mare e le sue burrasche
dal rimpianto spezzata in due
come l'albero maestro
di una nave alla deriva
non andar via senza parlarmi
guardami!..
all'alba
nel travaglio di un nuovo domani
tra l'infinito delle stelle immote
ritrovati nell'abbraccio di una preghiera
da qualche altra parte
in un altro mondo
vinceremo la bestia nera
soltanto
con il cuore del nostro bene

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che si prova in quei momenti,
ci sono passata, e posso garantirti che è stata davvero dura.
Bella e struggente la tua poesia.
Ma tu hai saputo renderla dolce nonostante tutto il tuo dolore.
Ti abbraccio ciao cara.


Lieto meriggio Alessandra.
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Struggenti
Un padre e la bestia da combattere
Cara Alessandra, un dolce augurio
E un, come sempre, bellissima poesia




