La vidi correre verso di me. Protetta dall'ombra del palazzo accanto. L'avevo immaginata sotto la pioggia, per tutto il giorno. E sorrisi a quel pensiero, come fosse un'idea indecente che non potevo permettermi. Si fermò dinanzi a me. Stava cercando di riprendere fiato, il suo respiro affannoso provocava in me strani pensieri. La presi per un braccio avvicinandola ancor di più, lasciai scivolare entrambe le braccia intorno ai suoi fianchi per stringerla forte. Sentii il suo corpo bagnato premere contro il mio, mi stava letteralmente mandando fuori di testa. Il battito cardiaco iniziò ad accelerare. Quello di entrambi. Il profumo della sua pelle era qualcosa di indescrivibile. Ormai era mia, non possedeva più il controllo, lasciò ogni parte di lei nelle mie mani. Avrei potuto farne ciò che volevo. Ogni mio pensiero perverso poteva essere finalmente liberato. Eravamo lì, in piena notte su un marciapiede, c’eravamo soltanto noi, fu così che scoppiò la passione. Pelle contro pelle, mani che si sfioravano, abiti volanti, labbra vogliose. Ansimava chiedendone ancora, ancora e ancora. Come se non avesse mai abbastanza. Dio solo sa cosa è successo quella notte addosso a un muro qualunque. Avrei voluto fosse per sempre, ma lei ora non c’è più. È riuscita a strapparmi via il cuore senza lasciarne traccia, non so cosa ne abbia fatto. E pensare che una volta ero io ad avere il controllo, o almeno così mi fece credere. Come mi sbagliavo. Adesso sono qui sopra quel marciapiede, davanti quel muro. È notte fonda, sta piovendo. Ho una pistola in mano rivolta verso la testa, il dito sul grilletto, lo schiaccio. Il vuoto.
Opera scritta il 06/11/2016 - 04:40
Da Damned Soul
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Commenti
Suggestivo... scritto bene. Complimenti
Francesco Gentile 06/11/2016 - 12:55
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