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Vivere o morire

QUALCOSA STA CAMBIANDO


Durante un giorno di festa è solito ammirare l’entusiasmo della gente, i bambini strillare dalla gioia e gli adulti riuniti a festeggiare tra un ballo e l'altro. Invece una donna se ne sta isolata per i fatti suoi seduta su una panchina, sguardo basso, il viso coperto da ciocche di capelli scuri, apparentemente come il suo stato d’animo. Riflette accuratamente sulla sua vita noiosa e monotona, ha trent’anni, lavora presso un’agenzia di marketing e vive sola in un piccolo appartamento situato nel centro della sua città, a pochi passi dal parco. Passa le sue giornate lavorando, e quando stacca va dritta verso casa, senza neanche fare una sosta da qualche parte. Il tragitto è sempre lo stesso, casa-lavoro e lavoro-casa. Non ha amici, non ha parenti, non ha nulla. Si è chiusa in se stessa molto tempo fa, precisamente quindici anni fa, a causa appunto della perdita dei suoi genitori, morti in un incidente stradale. A quell’epoca prima che accadesse la tragedia era felice, piena di amici e aveva persino un ragazzo. Non appena rimase orfana dovette lasciare tutto e tutti, sparì da un momento all’altro finendo in un orfanotrofio fino alla maggiore età. E adesso finalmente ha capito cosa si è persa in tutti questi anni, ma crede che oramai sia troppo tardi per rimediare. Mentre cerca di scacciare via tutti quei brutti pensieri, si alza svogliatamente da quella panchina, intenzionata a tornare a casa. Purtroppo la sua mente è ancora troppo pensierosa per poter connettere con il mondo esterno. Mentre attraversa distrattamente, viene scaraventata a terra da una macchina contromano. Il conducente neanche si degna di fermarsi, per fortuna la gente nei dintorni presta subito soccorso alla donna in stato d’incoscienza. Dopo circa sette ore apre gli occhi, gambe ingessate, punti su un braccio e qualche graffio qua e là, sarebbe potuta andargli peggio. Osserva bene, confusa, ogni ferita nel suo corpo. Si lascia scappare un paio di lacrime e questa volta decide veramente di voler cambiare vita. Con toni entusiasti pronuncia a voce alta tali parole:
“Ho perso tempo e non voglio perderne ancora, farò tutto il possibile per uscire da qui, voglio sapere cosa significhi vivere per davvero prima di lasciare questo mondo. E finché ciò non accadrà starò qui a combattere per la mia felicità.”
Inutile descrivere i volti sconvolti delle infermiere.




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Opera scritta il 10/11/2016 - 02:51
Da Damned Soul
Letta n.1318 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Bellissimo racconto . "Quando pensi che sia finita , è proprio allora che incomincia la salita" dice Venditti.. e il finale ne è la prova. Complimenti ancora.


Buon pomeriggio Damned


Maria Cimino 10/11/2016 - 13:30

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Un racconto triste ma con un bel finale quando la donna dice che non vuole più perdere tempo e vuole combattere per raggiungere la sua felicità. Quindi un racconto drammatico con una chiusa ottimistica. Come finale è da *****. Cari saluti

Alberto Berrone 10/11/2016 - 12:10

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