Parlami di te che sei di là.
Descrivimi della veste aura fluorescente traslucida che ti adorna ogni di'.
I sentieri scoscesi, irti e delle tante pianure fra i monti che ti sovrastano.
Raccontami di te che sei di là, di come è profondo quel mare infinito, ribaltato dentro cui sei immerso.
Parlamene almeno, visto che non possiamo dare tutto per scontato ciò che ci è ignoto.
Del mondo visto sossopra; la vita trasmutata in altra vita ora che il corpo non soffre più ed il male si è sopito
e di altri soli che irradiano il tuo volto affranto.
Parlami, parlami di te che sei di là. Dimmi a chi hai dato per primo la mano; chi hai incontrato; chi hai sorriso e se gli abbraccio hanno lo stesso peso.
Dimmi se la tua anima ha la trasparenza gassosa di una nuvola o d'un tempo tempestoso.
Se nella tua nuovo identità ti trovi meglio di come stavi qua sulla terra.
Raccontami, raccontami di te che sei di là;
dove che la ragione pare aver perso il senso della vita e finalmente te ne puoi stare in pace nella quiete delle ombre.
di Francesco Currò
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