La gente correva indaffarata:
gli ultimi acquisti di Natale.
Rumore, chiacchiere, risate di ragazzi e conversazioni ai telefonini...
tutto gli giungeva ovattato.
In testa un chiodo fisso, che , ormai, non lo faceva più dormire, non lo faceva più vivere.
E Carmine avrebbe dato volentieri la vita , per vedere un sorriso sereno sul viso del figlio disabile e della moglie, ormai provata da anni ed anni di sacrifici fisici e morali, per assistere questa loro creatura.
Quel giorno era fuggito, non aveva resistito allo strazio...
Sì, perchè ogni volta che guardava suo figlio, il cuore gli si gonfiava così tanto, che sembrava volesse esplodere!
Come un automa era giunto al solito bar del paese, aveva tracannato un boccale di birra e si era seduto sulla panchina della piazza.
Mille pensieri frullavano nella sua testa.
Perchè il destino gli aveva riservato quella sorte?
Aveva un figlio disabile: non quella disabilità accettabile,ma disabilità che sfiancava, che faceva soffrire , che non si accettava! Un figlio, dalla cui bocca non era mai uscita la parola "mamma" o "papà";un figlio che amava la musica, ma che non poteva esternare questa passione, se non con l'ascolto.Ogni volta che sentiva la musica, il suo essere si rasserenava e negli occhi traspariva la gioia.
Aveva poco più di 30 anni, suo figlio.Carmine e la moglie erano stanchi, ormai...
Avevano tutto: un buon lavoro,una bella casa,un figlio "normale", che ormai aveva deciso di non collaborare con la famiglia, per l'assistenza del fratello e un figlio disabile, che rappresentava, nella sua dipendenza, la ragione di vita sua e della moglie.
Avevano accettato questa croce , rifiutando di chiudere il piccolo in un istituto.Ma, fra non molto, avrebbero dovuto discutere anche di questa necessità. A chi affidare Andrea?
Avevano una posizione agiata e facilmente una badante avrebbe potuto accudire ai suoi bisogni, sotto compenso.
Ma occorreva anche che ci fosse qualcuno con un po' di cuore, che amasse Andrea per quello che era, con tutte le sue problematiche e i suoi bisogni.
Ma il fratello era stato categorico:
non avrebbero rovinato la sua vita! Un istituto avrebbe provveduto alle necessità del fratello...Lui aveva la sua famiglia e i suoi figli da accudire...e poi, frequentare quello zio così "speciale" nuoceva ai suoi figli...erano penalizzati da questa frequentazione...Meglio troncare ogni rapporto!"
Così Carmine si ritrova solo con tutti i suoi dilemmi, ma soprattutto col dolore che il suo primogenito "privilegiato" gli procurava.
Per Natale non avrebbe visto neanche i suoi nipotini...Sarebbe stato un triste Natale...
Il suono di una sirena lo fece sobbalzare...Un'ambulanza passò veloce...
Col cuore in subbuglio si alzò stancamente e a trotto corse verso casa.
Un brutto presentimento prese forma nella sua mente e il pensiero di poter perdere Andrea , lo sconvolse.
Ma la casa era silenziosa...per strada pochi passanti e un crocchio di bambini vocianti.
Una macchina conosciuta , parcheggiata di fronte al portone di casa.
Cauto entrò..il cuore in gola
Lo aspettavano.
I nipotini gli balzarono addosso , lo sommersero di baci.
Il figlio lo abbracciò.
Andrea era adagiato sulla sua poltrona e guardava con dolcezza , quasi con felicità il padre ed il fratello, che si abbracciavano senza parlare.
Non c'era bisogno di parole! Il sangue non diventa acqua e Carmine poteva capire che, finalmente, Andrea avrebbe avuto qualcuno accanto a sè, che lo avrebbe amato con tutta la sua disabilità, con tutto il sacrificio...sino alla fine dei suoi giorni.
gli ultimi acquisti di Natale.
Rumore, chiacchiere, risate di ragazzi e conversazioni ai telefonini...
tutto gli giungeva ovattato.
In testa un chiodo fisso, che , ormai, non lo faceva più dormire, non lo faceva più vivere.
E Carmine avrebbe dato volentieri la vita , per vedere un sorriso sereno sul viso del figlio disabile e della moglie, ormai provata da anni ed anni di sacrifici fisici e morali, per assistere questa loro creatura.
Quel giorno era fuggito, non aveva resistito allo strazio...
Sì, perchè ogni volta che guardava suo figlio, il cuore gli si gonfiava così tanto, che sembrava volesse esplodere!
Come un automa era giunto al solito bar del paese, aveva tracannato un boccale di birra e si era seduto sulla panchina della piazza.
Mille pensieri frullavano nella sua testa.
Perchè il destino gli aveva riservato quella sorte?
Aveva un figlio disabile: non quella disabilità accettabile,ma disabilità che sfiancava, che faceva soffrire , che non si accettava! Un figlio, dalla cui bocca non era mai uscita la parola "mamma" o "papà";un figlio che amava la musica, ma che non poteva esternare questa passione, se non con l'ascolto.Ogni volta che sentiva la musica, il suo essere si rasserenava e negli occhi traspariva la gioia.
Aveva poco più di 30 anni, suo figlio.Carmine e la moglie erano stanchi, ormai...
Avevano tutto: un buon lavoro,una bella casa,un figlio "normale", che ormai aveva deciso di non collaborare con la famiglia, per l'assistenza del fratello e un figlio disabile, che rappresentava, nella sua dipendenza, la ragione di vita sua e della moglie.
Avevano accettato questa croce , rifiutando di chiudere il piccolo in un istituto.Ma, fra non molto, avrebbero dovuto discutere anche di questa necessità. A chi affidare Andrea?
Avevano una posizione agiata e facilmente una badante avrebbe potuto accudire ai suoi bisogni, sotto compenso.
Ma occorreva anche che ci fosse qualcuno con un po' di cuore, che amasse Andrea per quello che era, con tutte le sue problematiche e i suoi bisogni.
Ma il fratello era stato categorico:
non avrebbero rovinato la sua vita! Un istituto avrebbe provveduto alle necessità del fratello...Lui aveva la sua famiglia e i suoi figli da accudire...e poi, frequentare quello zio così "speciale" nuoceva ai suoi figli...erano penalizzati da questa frequentazione...Meglio troncare ogni rapporto!"
Così Carmine si ritrova solo con tutti i suoi dilemmi, ma soprattutto col dolore che il suo primogenito "privilegiato" gli procurava.
Per Natale non avrebbe visto neanche i suoi nipotini...Sarebbe stato un triste Natale...
Il suono di una sirena lo fece sobbalzare...Un'ambulanza passò veloce...
Col cuore in subbuglio si alzò stancamente e a trotto corse verso casa.
Un brutto presentimento prese forma nella sua mente e il pensiero di poter perdere Andrea , lo sconvolse.
Ma la casa era silenziosa...per strada pochi passanti e un crocchio di bambini vocianti.
Una macchina conosciuta , parcheggiata di fronte al portone di casa.
Cauto entrò..il cuore in gola
Lo aspettavano.
I nipotini gli balzarono addosso , lo sommersero di baci.
Il figlio lo abbracciò.
Andrea era adagiato sulla sua poltrona e guardava con dolcezza , quasi con felicità il padre ed il fratello, che si abbracciavano senza parlare.
Non c'era bisogno di parole! Il sangue non diventa acqua e Carmine poteva capire che, finalmente, Andrea avrebbe avuto qualcuno accanto a sè, che lo avrebbe amato con tutta la sua disabilità, con tutto il sacrificio...sino alla fine dei suoi giorni.
Opera scritta il 28/11/2016 - 10:44
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Voto: | su 6 votanti |
Commenti
Ciao Anna.In un mondo dove si parla continuamente di barriere architettoniche ( magari realizzate solo nelle grandi città) esistono ancora le barriere costruite dall'egoismo e spesso sono i familiari a costruirle.
Teresa Peluso 29/11/2016 - 05:31
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Ho provato una forte emozione leggendo questo racconto scritto con una sensibilità che prende l'anima.... sei veramente una bellissima persona, grazie per avere dato voce anche a queste situazioni familiari, un caro abbraccio! *****
ANNA BAGLIONI 29/11/2016 - 00:26
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Grazie Renato, ben trovato.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 19:54
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sono estremamente commossa.Grazie Rocco.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 19:53
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Grazie Andrea, per l'attenzione che mi dedichi.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 19:48
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A volte il cuore può andare oltre la fredda razionalità o il calcolo della convenienza e poi... Investire in AMORE è la miglior forma d'investimento in sentimento che è la cosa che conta più di tutto... A te il mio apprezzamento Teresa!
Renato Granato 28/11/2016 - 19:46
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Dono estremamente commossa.Grazie Rocco.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 19:45
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Bel racconto Teresa ,brava anche in prosa,ciao
andrea sergi 28/11/2016 - 18:57
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UN RACCONTO EMOZIONANTE...
SOLO UN CUORE PURO... SEMINA L'AMORE... E L'AFFETTO...
IL MIO ELOGIO PER QUANTO DI STRAORDINARIO HAI FIRMATO.
SERENA SETTIMANA, TERESA.
*****
SOLO UN CUORE PURO... SEMINA L'AMORE... E L'AFFETTO...
IL MIO ELOGIO PER QUANTO DI STRAORDINARIO HAI FIRMATO.
SERENA SETTIMANA, TERESA.
*****
Rocco Michele LETTINI 28/11/2016 - 18:40
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Grazie Giancarlo per l'attenzione che mi dedichi sempre.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 18:15
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Grazie Gaetano e Giulia
Teresa Peluso 28/11/2016 - 18:13
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Ma certo che in famiglia la disabilità si accetta, come potrebbe un fratello non accettare il proprio fratello anche se disabile. Ad un certo punto non la vedi neppure la disabilità se ci cresci insieme e non si abbandona un genitore perché ti ha dato un fratello disabile. La disabilità non si sceglie.
Giulia Bellucci 28/11/2016 - 16:33
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bel racconto scorrevole e commovente brava 5*
GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 28/11/2016 - 16:30
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Bellissimo questo racconTo. È stato un piacere leggerti Teresa. il Signore ti benedica!
Gaetano Lo Iacono 28/11/2016 - 16:20
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Grazie mille, cara Laila. Per quello che posso cerco sempre di essere mè stessa.
E' molto difficile oggi, votarsi al sacrificio...ma le povere anime, che nascono infelici hanno diritto alla loro fetta di felicità.
E' molto difficile oggi, votarsi al sacrificio...ma le povere anime, che nascono infelici hanno diritto alla loro fetta di felicità.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 15:39
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ed ancora una volta, mi hai fatta commuovere
bellissimo racconto Terry
speciale, amorevole, proprio di un'anima buona e triste come la Tua
bellissimo racconto Terry
speciale, amorevole, proprio di un'anima buona e triste come la Tua
laisa azzurra 28/11/2016 - 15:20
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Grazie mille, Antonio, per il tuo prezioso giudizio.
Teresa Peluso 28/11/2016 - 14:45
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Che piacere leggerti anche in prosa.questo racconto é splendido scritto molto bene e con un contenuto che emoziona.brava Teresa.
antonio girardi 28/11/2016 - 14:24
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