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Digiuno

Notti scure
raduno di antichi cantori greci
pietre ruvide
testimoni di incesti
consumati all'ombra dei rovi
mentre la vita scivola piano
con i suoi artigli travestiti da fanali
di ore piene come il digiuno
al quale mi costringi da settimane.
Digiuno d'amore
riempito solo dai canti delle sirene
che da lontano rispondono
ai miei singulti vuoti
dentro queste marce stanze
dove si infittiscono i ricordi
di baci che innamorati anelano
ad una lussuria altra.
Solitudini barbare
disperse tra le macerie
in un tripudio di soli arancioni
mi manchi,
non trovo più la mia Itaca
mi sono allontanata
ed ora l'incanto si è spezzato
tu mi odi da lontano
io ho perso la capacità di ascoltare
e mi perdo in questa delirante giovinezza
senza né un come
né un perché
come il canto del gallo all'alba
che languisce e si spegne nelle campagne
non ancora assolate.



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Opera scritta il 02/01/2017 - 22:00
Da greta urti
Letta n.928 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


malinconica introspezione di un anima che grida sofferenza.
un abbraccio.

patrizia sgura 03/01/2017 - 14:50

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il tuo sembra essere un grido di doloreopera molto bella 5*

GIANCARLO LUPO POETA DELL'AMO 03/01/2017 - 08:49

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