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Divenire

Tra le macerie di quelle che un tempo
furono case
antiche dimore di cantori fenici
sorgono papaveri rossi
bellezze dell'osceno
lusinghe menzognere
tra i papaveri rivedo il tuo viso
in me già scolorito
stringo una mano che non potrò più stringere
studio lineamenti che non sono più miei
ma di un'altra lei
tra lei e me nulla cambia
per te.
Respiro il profumo
del grano giallo
di campi estivi lussuriosi
che rapidi incedono verso l'inverno
ora capisco che tutto ciò che è stato
solo ora
è come non fosse mai stato
i papaveri restano lì
miseri steli
bellezze passeggere
prostrate dal vento del divenire
uno di loro mi assomiglia
è simile a me
bello in mezzo allo squallore
tanto che la sua bellezza quasi non si nota
è fragile come ogni bellezza
è esposto ad un'esteriorità che non sente più sua
il viandante distratto e frettoloso lo calpesta
e lui ancora aspira a dignità altre.



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Opera scritta il 02/03/2017 - 21:34
Da greta urti
Letta n.1091 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Molto intensa.

Daniele Foglini 05/03/2017 - 22:58

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Paesaggi fiori e colori che suscitano intense suggestioni. Ma li vive ancora un sentimento, quasi che la natura l'avesse assorbito ed è il senso di un guardare qualcosa che non c'è più.
Versi molto intensi.

ALFONSO BORDONARO 03/03/2017 - 09:44

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