Come ogni sabato mattina, la sua routine è fare la spesa. In particolare era quel sabato. Un giorno d'inverno ma caldo, c'era un sole che accarezzava quel viso. Non era una bellezza da notare, ma si osservava la luce che rifletteva nei suoi occhi. Il suo sorriso silenzioso ma bianco, puro. S’incamminava verso il supermercato con movimenti precisi e leggeri. Si guardava intorno, dall’aria soddisfatta. Tutti la guardavano, perché sorrideva. Non è da tutti i giorni incontrare una persona così allegra. La sua spensieratezza sembrava paradossalmente imbarazzante. Intanto lei pensava: " stasera cosa preparo?" mentre si aggirava tra scatolette e affettati.
Era un giorno particolare, il primo anniversario. Voleva preparare una cena leggera e romantica ma stuzzicante.
Al banco del pesce, attendeva il suo turno e chiedeva: " Vorrei dei gamberetti, delle vongole e due fette di salmone". E’ pesce fresco? Chiedeva. Beh, la risposta era inevitabilmente positiva. Ma quando la felicità ti abbraccia, tutto risulta perfetto. Una cena perfetta. Un amore perfetto con la persona che ti apparteneva e ti completava in tutto.
Tutto ti sembrava assurdo. Il ricordo era dentro di te. Quella immagine che non andava via. Il dolore che si alimentava con i ricordi. Un amore che credevi unico si scioglieva in un giorno d’estate. Quando una telefonata improvvisa, forse per caso o per volontà altrui, le giunge al suo orecchio. Strani discorsi, rumori o forse gemiti. Lei cercava di capire cosa fosse al di là del telefono, che ascoltava ma non vedeva.
Assurdo! Pensava. È uno scherzo? No! Non era un gioco, ciò che sentiva era vero. L’amore della sua vita, chiamava “ passione ” ad una sconosciuta. Aveva il cuore squarciato. Gli occhi facevano fatica a trattenere le lacrime.
Era al supermercato come ogni sabato. La gente la guardava. Lei era diversa. Lei abbassava lo sguardo per timore di mostrare le sue lacrime. Quelle lacrime duravano per giorni. Sembrava una fontana di emozioni. I sorrisi delle persone la rendevano ancora più triste. Girava in cerca di qualcosa. Sapeva che il vuoto che aveva dentro non poteva essere colmato con il cibo. Ormai la sua cena era un panino o scatolette.
Non aveva emozioni. Quelle voci, quelle parole avevano invaso la mente. Aveva conosciuto la felicità. Aveva appreso che il dolore è un qualcosa che ti lacera dentro, una cicatrice indelebile. Un marchio sul cuore. Aveva compreso che la felicità esisteva sottoforma d'istanti. Il dolore ti rimane dentro. Per sempre.
Era un giorno particolare, il primo anniversario. Voleva preparare una cena leggera e romantica ma stuzzicante.
Al banco del pesce, attendeva il suo turno e chiedeva: " Vorrei dei gamberetti, delle vongole e due fette di salmone". E’ pesce fresco? Chiedeva. Beh, la risposta era inevitabilmente positiva. Ma quando la felicità ti abbraccia, tutto risulta perfetto. Una cena perfetta. Un amore perfetto con la persona che ti apparteneva e ti completava in tutto.
Tutto ti sembrava assurdo. Il ricordo era dentro di te. Quella immagine che non andava via. Il dolore che si alimentava con i ricordi. Un amore che credevi unico si scioglieva in un giorno d’estate. Quando una telefonata improvvisa, forse per caso o per volontà altrui, le giunge al suo orecchio. Strani discorsi, rumori o forse gemiti. Lei cercava di capire cosa fosse al di là del telefono, che ascoltava ma non vedeva.
Assurdo! Pensava. È uno scherzo? No! Non era un gioco, ciò che sentiva era vero. L’amore della sua vita, chiamava “ passione ” ad una sconosciuta. Aveva il cuore squarciato. Gli occhi facevano fatica a trattenere le lacrime.
Era al supermercato come ogni sabato. La gente la guardava. Lei era diversa. Lei abbassava lo sguardo per timore di mostrare le sue lacrime. Quelle lacrime duravano per giorni. Sembrava una fontana di emozioni. I sorrisi delle persone la rendevano ancora più triste. Girava in cerca di qualcosa. Sapeva che il vuoto che aveva dentro non poteva essere colmato con il cibo. Ormai la sua cena era un panino o scatolette.
Non aveva emozioni. Quelle voci, quelle parole avevano invaso la mente. Aveva conosciuto la felicità. Aveva appreso che il dolore è un qualcosa che ti lacera dentro, una cicatrice indelebile. Un marchio sul cuore. Aveva compreso che la felicità esisteva sottoforma d'istanti. Il dolore ti rimane dentro. Per sempre.
Opera scritta il 03/04/2013 - 11:35
Letta n.1570 volte.
Voto: | su 6 votanti |
Commenti
hai scritto una realtà interiore meravigliosamente. è bello leggerti..
mi piace. mi hai fatto pensare.."sorriso silenzioso ma bianco".. "il dolore che si alimentava con i ricordi".. bella profonda... quasi vera!! sa di noi, di tutte noi!
mi piace. mi hai fatto pensare.."sorriso silenzioso ma bianco".. "il dolore che si alimentava con i ricordi".. bella profonda... quasi vera!! sa di noi, di tutte noi!
Sofia V 28/05/2013 - 09:57
--------------------------------------
é la prima "scrittura creativa" per me... amo scrivere poesie in realtà... E' vero.. difficile dire a voce ciò che hai dentro.. ecco perché ho iniziato a scrivere..Grazie Carla..
Mariella Volpari 06/05/2013 - 12:14
--------------------------------------
Troppo spesso,purtroppo, amara realtà. Sei stata brava a dare parole a dei sentimenti che a volte non si sanno esprimere,tanto sono intensi e contrastanti,tanto ci spodestano dalle nostre sicurezze . Complimenti per il riconoscimento brava!
Carla Davì 04/05/2013 - 19:57
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.