Dolce memento acre portato dal vento,
vento sottile, non culla un dolore
ma son almeno in cento.
Pallidi gli animi erranti in centro,
nulli i desideri che inaridiscono dentro
eppure qualcuno sorride, gioca, vive.
Un poeta? Un filosofo? Forse è uno stolto
che non accenna a fermarsi,
non pensa al ritorno
e forse è questo ciò che si svela
un foglio, una penna e i dolori di una specie intera.
Si oggettiva così, forse, il più grande lamento.
Di essere saggio, oh vita, mi pento.
vento sottile, non culla un dolore
ma son almeno in cento.
Pallidi gli animi erranti in centro,
nulli i desideri che inaridiscono dentro
eppure qualcuno sorride, gioca, vive.
Un poeta? Un filosofo? Forse è uno stolto
che non accenna a fermarsi,
non pensa al ritorno
e forse è questo ciò che si svela
un foglio, una penna e i dolori di una specie intera.
Si oggettiva così, forse, il più grande lamento.
Di essere saggio, oh vita, mi pento.
Opera scritta il 13/09/2017 - 11:12
Letta n.1077 volte.
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Commenti
Bella...ma non pentirti mai di essere saggio, anche se sapere porta sofferenza...ma credo che essere consapevoli è meglio dell'inconsapevolezza! Molto piaciuta.
margherita pisano 13/09/2017 - 20:37
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Bella questa tua poesia, introspettiva e suggestiva. Giulio Soro
Giulio Soro 13/09/2017 - 13:27
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