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AURORA E BUIO

In un'epoca assai lontana, agli albori del creato, la luce era offuscata dall'oscurità e il mondo era governato da Pace, signore dell'armonia e dell'imparzialità e convivente di Tranquillità, padrona della calma e della quiete spirituale.
Avevano due figli, Speranza, padrona del desiderio e del buon auspicio e il piccolo Guerra, signore dell'inquietudine e del turbamento.
Nell'amministrazione del regno Pace si serviva del principe Buio, padrone delle tenebre, figlio di Universo e marito di Vendetta, figlia di Tempo.
Tempo era un'entità complessa, al di sopra di tutto e tutti, che induceva alla distinzione tra passato, presente e futuro, il quale secondo i bene informati non aveva età e verosimilmente, insieme al fratello Universo, aveva avuto origine alla nascita del creato, dalla fusione dell'energia con la materia.
Quel mondo era un parco immenso, immerso in un'oasi di serenità caratterizzata dalla presenza di armonia e assenza di qualsivoglia tensione o conflitto. Le parole "morte" e "termine" erano sconosciute perchè tutto aveva origine e nulla aveva fine. Era il tempo dell'immortalità.
Un giorno a una festa indetta da Destino, signore del fato, Buio conobbe Aurora, la bellissima figlia di Sole e Luna signori del calore e della luce. Non appena la vide rimase letteralmente abbagliato dal suo splendore, se ne innamoro' perdutamente, da lei corrisposto.
Sotto il beneplacido di Amore, signore dei sentimenti, tra i due nacque la passione.
Il Tempo, a cui nulla sfugge, contrariato da quella tresca, ordinò a Sospetto, signore del dubbio, di insinuare nella mente della figlia Vendetta il tarlo di Gelosia, signore del timore e della possessività.
Gelosia, era noto anche come il dio dai tre volti poichè divideva il suo corpo con le sorelle siamesi, Ira, madre di tutti i peccati, portatrice di rabbia e Rancore, principessa dell'avversione e del risentimento.
Gelosia, Ira e Rancore dopo aver portato Vendetta a conoscenza dell'intrigo amoroso tra Buio e Aurora si impossessarono di lei annebbiandole la mente.
Presa da risentimento e incontenibile collera Vendetta si rivolse al padre, il Tempo affinchè punisse i due fedifraghi.
La loro punizione doveva essere esemplare, dovevano per sempre essere vicini ma separati, vedersi ma non toccarsi, dovevano essere per l'eternità vicini e allo stesso tempo distanti anni luce.
Il Tempo, si sà, è al di sopra di tutto e di tutti, condizione questa che gli impediva di intervenire personalmente nelle altrui controversie, per cui chiamò a se i figli Eone, Era, Periodo, Epoca ed il piccolo Età e dopo averli informati del tradimento ordito in danno della sorella Vendetta e della richiesta da costei avanzata, diede loro il compito di imporre a Buio ed Aurora una punizione esemplare.
Dopo una rapida disamina, durata alcuni secoli, i cinque fratelli trovarono una soluzione. Decisero di rivolgersi ad Alternanza, signore dell'avvicendamento, affinchè impedisse ai due amanti di perpetuare il tradimento, ed in una rotazione infinita si rincorressero senza fine e senza potersi mai incontrare.
Alternanza obbedendo al volere dei figli del Tempo diede immediata esecuzione alla loro volontà. Da quel giorno per l'eternità, i due amanti, Buio e Aurora sono destinati a rincorrersi senza fine.
La loro punizione ha dato origine al giorno e la notte.
Un epitaffio di Buio così recita "...per non soffrire imparerò a sognarti fingendo di non pensarti mentre tu fingerai di non amarmi...".



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Opera scritta il 30/09/2018 - 15:50
Da Vincenzo Cassano
Letta n.833 volte.
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Commenti


Racconto bello e ben scritto.

Antonio Girardi 01/10/2018 - 11:28

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