Attendo la notte,
la attendo sempre,
attendo il suo ghigno d'argento
e la chioma stellata in alto,
le sue ali di nottole
e la beata pace dei campi;
la attendo il giorno
per tutto il giorno:
mi sento placido
nel suo petto
freddo,
sul suo fondo scuro
mi paio meno scuro io,
e perdo i miei confini
nel suo grembo;
la notte mi parla,
distilla poesie che trascrivo
sul dorso delle mie mani,
le parole che restano
le consegno al giorno
e ci intesso speranze
che la notte non arriva mai
a conoscere.
Opera scritta il 13/11/2018 - 22:33
Da Matih Bobek
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Commenti
MATIH...Concordo con te la notte è la nostra innamorata, confidiamo a lei i nostri sogni cercando nel suo tranquillo venire pace e serenità.Bellissime rime...allora felice notte. 5*****
mirella narducci 14/11/2018 - 14:00
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Versi efficaci che denunciano una solitudine da compensare con la produttiva oscurità della notte. Fa riflettere quel "placido", quella ricerca di quiete e di rimessa a posto delle cose, delle persone, del mondo intero. Molto apprezzata
luciano rosario capaldo 14/11/2018 - 11:57
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