Ci dev'essere vento al mare
Non la inquieta il vento. Si prende i pensieri. Laura, li lascia andare.
Siede sullo scoglio, quello dove ama stendersi, dopo aver fatto il bagno in mare.
Alle spalle il faro, malamente dipinto di bianco e rosso, si alza.
A quell'ora, Laura, può vederne l'ombra allungarsi sui cactus, che lungo il sentiero, fanno da sentinelle ai turisti più audaci; quelli che vengono giù, dalla sommità del promontorio.
Lega un foulard intorno ai capelli, i lembi volano verso il mare, perché quella è la direzione del vento, quel tardo pomeriggio.
Fabio, suo marito, fa piano bar da dieci anni, su quella piccola isola. Tutti lo conoscono.
Alcune turiste tornano di estate in estate solo perché c'è lui.
Non hanno voluto figli. La loro vita è varia, mossa dall'amore per la musica che Fabio ha sposato. Laura lo ama.
In inverno in città vivono la loro storia di complicità, unione.
In estate sull'isola, per quattro mesi, sono una coppia, tra le altre.
Al faro, Laura scende sempre in costume. Con sé porta il foulard per tenere i capelli lontano dagli occhi: quella è la punta dell'isola protesa a nord nel mare e lì il vento soffia forte.
Nel tempo, scolpisce le rocce, come quella del Poeta. Uno dei motivi per cui, ogni giorno, scende sotto il faro.
Si perde nei lineamenti di quello scoglio che, come lei, scruta l'orizzonte.
Quel pomeriggio, un bambino correndo sul sentiero, la supera. Ha tra le mani un retino, così lungo che più volte lo fa inciampare. Lui, però, non cade mai.
Ora il mare non è calmo, Laura decide di tuffarsi, restando vicina alla costa. Il vento spinge la corrente lontano dagli scogli. Lei nuota per rientrare, ma si ritrova al largo.
Si immerge con gli occhi aperti, con forza apre le braccia e con le gambe spinge. Sotto, il flusso di acqua è meno intenso. Laura recupera qualche metro verso la costa.
Conosce la scogliera in quel punto, cerca lo scalino e la sporgenza che di solito affiorano, dove lei sa risalire. La presa scivola due volte.
A pochi metri dal mare, sullo scoglio, il bambino che ha visto sul sentiero, in silenzio guarda la scena.
È rinvolto nel telo da mare, batte i denti. Il vento si è fatto più freddo.
La osserva, mentre tiene in bocca un lembo del costume che suo padre gli ha tolto poco prima.
“Papà, papà vieni a vedere!” grida.
Suo padre accovacciato tra gli scogli sta preparando la canna da pesca, per una postazione fissa. Si è reso conto che la corrente terrà i pesci sul fondo, non ne abboccherà uno.
Alessio, suo figlio, ha insistito per scendere al faro a pescare e lui non vuole deluderlo.
La voce del bambino lo fa sobbalzare, lasciando sullo scoglio la montatura della canna, alla rinfusa.
L'uomo vede la donna, il vento non dà tregua, grida -C'è troppa corrente lì! Torni al largo e nuoti in direzione del Poeta, vede lo scoglio? Lì le onde sbattono meno, non abbia paura!-
Laura segue con lo sguardo il bambino, che cammina lungo la scogliera attento, parallelo a lei. Nella piccola insenatura l'aspetta.
Suo padre gli tiene la mano mentre offre l'altra a Laura che si arrampica sullo scoglio all'asciutto.
-Sta bene? Non l'ho vista entrare in acqua, le avrei detto che la corrente questa sera è pericolosa- dice l'uomo spaventato.
-Ce l'hai fatta!- esulta il bambino.
-Che paura! Per fortuna c'eri tu! Sto bene, mi tremano ancora le gambe però- sussurra Laura.
Il bambino si nasconde dietro le gambe del papà, silenzioso.
-Come ti chiami?- chiede lei mentre recupera le forze.
-Alessio- con lo sguardo in basso.
- Se è tutto posto, se lei sta bene noi torniamo a pescare allora...- così si congeda l'uomo - Alessio saluta la signora, magari ci rivedremo nei prossimi giorni.-
L'uomo prende in braccio il bambino, il telo e il costume.
- Grazie di tutto, mi dispiace... io scendo ogni sera qui- Laura saluta.
Scuote i capelli e si avvia verso il faro. Alessio poggia la testa sulle spalle del papà, muove una mano, come un saluto.
La segue con gli occhi fino al punto in cui il sentiero si incassa, lì, dove Laura, si volta a guardarlo.
Arrivata all'appartamento vicino alla spiaggia, dove alloggiano, suo marito sta uscendo.
All'Approdo, il bar sulla spiaggia, lo aspettano per l'aperitivo, prima della lunga serata di canto al ristorante vicino alla torre saracena. Le coppie e le famiglie si siederanno lontano da lui.
Le ragazze saranno in prima fila, chiedendo una dedica dopo l'altra.
Lui allungherà lo sguardo sulle pietanze colorate, sulle gambe nude.
Ora si incrociano sulla veranda. Al riparo dal vento, il sole scalda le mattonelle sotto i piedi nudi di Laura. Il tramonto, dietro il faraglione, lento, smorza la luce.
Fabio ha il profumo che sa di agrumi. Laura ha il rumore del mare mosso nelle orecchie.
Passandole accanto lui la guarda -Ci dev'essere vento al mare. Non avevi il foulard?-
-L'ho lasciato sugli scogli-. sussurra distratta, mentre segue il sole.
Mette una ciocca di capelli in bocca, sa di sale, la succhia, come una bambina.
Siede sullo scoglio, quello dove ama stendersi, dopo aver fatto il bagno in mare.
Alle spalle il faro, malamente dipinto di bianco e rosso, si alza.
A quell'ora, Laura, può vederne l'ombra allungarsi sui cactus, che lungo il sentiero, fanno da sentinelle ai turisti più audaci; quelli che vengono giù, dalla sommità del promontorio.
Lega un foulard intorno ai capelli, i lembi volano verso il mare, perché quella è la direzione del vento, quel tardo pomeriggio.
Fabio, suo marito, fa piano bar da dieci anni, su quella piccola isola. Tutti lo conoscono.
Alcune turiste tornano di estate in estate solo perché c'è lui.
Non hanno voluto figli. La loro vita è varia, mossa dall'amore per la musica che Fabio ha sposato. Laura lo ama.
In inverno in città vivono la loro storia di complicità, unione.
In estate sull'isola, per quattro mesi, sono una coppia, tra le altre.
Al faro, Laura scende sempre in costume. Con sé porta il foulard per tenere i capelli lontano dagli occhi: quella è la punta dell'isola protesa a nord nel mare e lì il vento soffia forte.
Nel tempo, scolpisce le rocce, come quella del Poeta. Uno dei motivi per cui, ogni giorno, scende sotto il faro.
Si perde nei lineamenti di quello scoglio che, come lei, scruta l'orizzonte.
Quel pomeriggio, un bambino correndo sul sentiero, la supera. Ha tra le mani un retino, così lungo che più volte lo fa inciampare. Lui, però, non cade mai.
Ora il mare non è calmo, Laura decide di tuffarsi, restando vicina alla costa. Il vento spinge la corrente lontano dagli scogli. Lei nuota per rientrare, ma si ritrova al largo.
Si immerge con gli occhi aperti, con forza apre le braccia e con le gambe spinge. Sotto, il flusso di acqua è meno intenso. Laura recupera qualche metro verso la costa.
Conosce la scogliera in quel punto, cerca lo scalino e la sporgenza che di solito affiorano, dove lei sa risalire. La presa scivola due volte.
A pochi metri dal mare, sullo scoglio, il bambino che ha visto sul sentiero, in silenzio guarda la scena.
È rinvolto nel telo da mare, batte i denti. Il vento si è fatto più freddo.
La osserva, mentre tiene in bocca un lembo del costume che suo padre gli ha tolto poco prima.
“Papà, papà vieni a vedere!” grida.
Suo padre accovacciato tra gli scogli sta preparando la canna da pesca, per una postazione fissa. Si è reso conto che la corrente terrà i pesci sul fondo, non ne abboccherà uno.
Alessio, suo figlio, ha insistito per scendere al faro a pescare e lui non vuole deluderlo.
La voce del bambino lo fa sobbalzare, lasciando sullo scoglio la montatura della canna, alla rinfusa.
L'uomo vede la donna, il vento non dà tregua, grida -C'è troppa corrente lì! Torni al largo e nuoti in direzione del Poeta, vede lo scoglio? Lì le onde sbattono meno, non abbia paura!-
Laura segue con lo sguardo il bambino, che cammina lungo la scogliera attento, parallelo a lei. Nella piccola insenatura l'aspetta.
Suo padre gli tiene la mano mentre offre l'altra a Laura che si arrampica sullo scoglio all'asciutto.
-Sta bene? Non l'ho vista entrare in acqua, le avrei detto che la corrente questa sera è pericolosa- dice l'uomo spaventato.
-Ce l'hai fatta!- esulta il bambino.
-Che paura! Per fortuna c'eri tu! Sto bene, mi tremano ancora le gambe però- sussurra Laura.
Il bambino si nasconde dietro le gambe del papà, silenzioso.
-Come ti chiami?- chiede lei mentre recupera le forze.
-Alessio- con lo sguardo in basso.
- Se è tutto posto, se lei sta bene noi torniamo a pescare allora...- così si congeda l'uomo - Alessio saluta la signora, magari ci rivedremo nei prossimi giorni.-
L'uomo prende in braccio il bambino, il telo e il costume.
- Grazie di tutto, mi dispiace... io scendo ogni sera qui- Laura saluta.
Scuote i capelli e si avvia verso il faro. Alessio poggia la testa sulle spalle del papà, muove una mano, come un saluto.
La segue con gli occhi fino al punto in cui il sentiero si incassa, lì, dove Laura, si volta a guardarlo.
Arrivata all'appartamento vicino alla spiaggia, dove alloggiano, suo marito sta uscendo.
All'Approdo, il bar sulla spiaggia, lo aspettano per l'aperitivo, prima della lunga serata di canto al ristorante vicino alla torre saracena. Le coppie e le famiglie si siederanno lontano da lui.
Le ragazze saranno in prima fila, chiedendo una dedica dopo l'altra.
Lui allungherà lo sguardo sulle pietanze colorate, sulle gambe nude.
Ora si incrociano sulla veranda. Al riparo dal vento, il sole scalda le mattonelle sotto i piedi nudi di Laura. Il tramonto, dietro il faraglione, lento, smorza la luce.
Fabio ha il profumo che sa di agrumi. Laura ha il rumore del mare mosso nelle orecchie.
Passandole accanto lui la guarda -Ci dev'essere vento al mare. Non avevi il foulard?-
-L'ho lasciato sugli scogli-. sussurra distratta, mentre segue il sole.
Mette una ciocca di capelli in bocca, sa di sale, la succhia, come una bambina.
Opera scritta il 20/02/2019 - 10:11
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Commenti
Ringrazio tutti con un grande abbraccio!
Buonanotte
Buonanotte
Grazia Giuliani 26/02/2019 - 23:31
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Bellissimo racconto
Paolo Perrone 24/02/2019 - 09:01
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Molto bello, trasmette emozioni.
mare blu 23/02/2019 - 21:41
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Un caro grazie x il tuo commento, lieto di averti dato emozione. Appena avrò modo sarà mia cura rileggerti attentamente
MastroPoeta 75 22/02/2019 - 11:28
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Fascino e maestria sono la tua costante, cara Grazia! Un racconto con un trasporto di emozioni e sensazioni straordinario!
John Sirrom 21/02/2019 - 10:54
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...fa pensare, Grazia
Quell'uomo innamorato, ma distratto
Il bambino nn avuto, nn voluto
Le parole nn dette, forse perché resta poco da dire
Si sceglie, a volte si sceglie una vita silenziosa, allontanando il pensiero, allontanando i se ed i ma...
Un uomo ed un bambino, la vita che pulsa
Sei speciale
Leggera, come quel foulard di sera, la tua anima bussa...
Hai molto da dire....
Sensuale, capace, unica, meravigliosa tu
Quell'uomo innamorato, ma distratto
Il bambino nn avuto, nn voluto
Le parole nn dette, forse perché resta poco da dire
Si sceglie, a volte si sceglie una vita silenziosa, allontanando il pensiero, allontanando i se ed i ma...
Un uomo ed un bambino, la vita che pulsa
Sei speciale
Leggera, come quel foulard di sera, la tua anima bussa...
Hai molto da dire....
Sensuale, capace, unica, meravigliosa tu
laisa azzurra 20/02/2019 - 19:33
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Prosa poetica molto piaciuta
Ernesto D'Onise 20/02/2019 - 17:55
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E' un racconto abbellito da pennellate poetiche, perché è questa la tua vera indole...brava Grazia, 5 stelle meritate.
Giacomo C. Collins 20/02/2019 - 17:31
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Hai scritto questo racconto con delle bellissime pennellate, rendendoci partecipi delle visioni, facendoci sentire il vento sul viso, il sale sulla pelle ma soprattutto si avvertono le emozioni che vive Laura, e che sembra ben disposta ad intensificare, dando un seguito a quell'incontro casuale.
Brava!
Brava!
Millina Spina 20/02/2019 - 16:40
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GRAZIA....Un bel racconto, come sempre pieno di particolari che arricchiscono la trama dandoti la senzazione di essere tu protagonista di quegli eventi.
mirella narducci 20/02/2019 - 14:53
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Questa piccola storia mi ha preso tanto, vuoi per l'ambientazione (suggestiva), i personaggi (bello come hai descritto il bimbo nei gesti) e soprattutto la protagonista, attraverso cui riesco ad intuire qualcosa di più delle tue emozioni...
Complimenti cara e sempre grazie!!
Complimenti cara e sempre grazie!!
PAOLA SALZANO 20/02/2019 - 14:42
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Un bellissimo racconto. invito a l'estate
complimenti Grazia
complimenti Grazia
Salvatore Rastelli 20/02/2019 - 14:32
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Potevi anche sciverlo in prima persona ed anche non conoscendoti di persona cè tutto il tuo entusiasmo e la tua sensualità plasmata in questo racconto che sa di di mare, di vento e di quel sapore di sale che sottintende ad un'estate mai avara di emozioni. E poi sa di poesia quella che tu sai mettere anche nei racconti perchè un vero poieta non i smentisce mai per quel modo di esporre le parole, sempre al posto giusto, senza quella retoria che può tradire i sentimenti retorica. Tu sei così no0n hai bisogno di orpelli per esprimerti, la tua naturalezza è insita nel tuo cuore e mai forzata. La si evince anche in questo splendido racconto che ci hai donato insieme a dei momenti sereni. Brava amica GRAZIA.
Antonio Girardi 20/02/2019 - 13:06
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