Luce di settembre
che delicata sposta le foglie
dal cielo in seguito di nuvole
alla terra ricoperta dal trifoglio,
sto ad assistere al passaggio
fra il soffio dell'estate
e le prime gocce procedere
sulle fronde oscurate
dell'autunno.
Dopo il nascere dei giorni
aperti alla densità dei raggi
tra l'ombra del cortile estivo,
sto quieta al bordo dell'aiuola
a raccogliere cime di basilico
e il melograno grava
il suo peso ardente
fra rami chini, prima che vento
spogli.
Dopo giornate prese
in bagliore di sole e stelle
quando il frutto si offre
al gusto di sete gaia,
sto assorta ad osservare
albero, roseto e dalia
sfumare colore e forma
nell'addormentarsi dell'aria
d'umore schiva.
A breve la pioggia
seminerà il suo respiro
fra pozze e rivoli sulla strada,
il sole andrà
oltre le nubi in labirinti grigi
alba e giorno elencheranno
sfumature in fuga
di clorofilla.
Perderò il profumo del ciclamino
nella radura del nocciolo
rosa di macchia terrà
le resistenti bacche
e foglie vedrò piegarsi
in questo tempo
della morte del verde
audace.
Confonderò canzoni di papavero
con quelle rosse del pungitopo
s'addosserà la nebbia
sul rinnovarsi della nuova luna,
che in dono consegnerà
riposo leggero ad ogni parte
di mondo.
Basterà settembre
con la sua pendente luce
a ricordare l'orizzonte
del ritorno.
Basterà settembre
col suo bosco di tenera luce
a portare crepitio di fuoco
nella mia casa.
Settembre garbato
mi dedica l'ultimo sole
prima dell'arrivo
dell'abbagliante gelo.
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Molto bella