Come riconoscere un vero addio?
quasi impossibile da definirsi: alle volte, si tratta solo di un rinvio.
Eppure, sapere spesso conforta un’anima irrisolta:
è rasserenante la consapevolezza che quella sarà l’ultima volta.
Il sapore dolceamaro delle cose perdute
è come lo spettacolo delle foglie cadute:
il ricordo di una calda stagione avviatasi alla conclusione
e l’arrivo dell’autunno, la stagione della disillusione.
L’addio è quell’ultimo bagno a settembre inoltrato
e il cambio di stagione nel tuo armadio finalmente ultimato.
È l’allegoria del ‘dì di festa’ nella poesia di Leopardi:
la vigilia dell’età adulta e dei suoi scherzi beffardi;
quel sabato preludio di una fine imminente
conclude la settimana e la fanciullezza ridente.
Tra tutti, quello al defunto, è l’addio più penoso e definitivo
soprattutto se il congedo non è giunto tempestivo;
le ultime parole, gli ultimi istanti si pongono a suggello
e da quel momento in poi brillano e valgono più di un gioiello.
Massima è la consapevolezza della fine e dell’inizio di cose nuove
ogni 31 dicembre alle ore ventitré e cinquantanove:
negli ultimi concitati secondi si prova veramente
il sapore di qualcosa che sta svanendo definitivamente.
Un senso di malinconia e impotenza
si somma alla felicità e all’entusiasmo di una nuova partenza;
allo stesso modo, all’addio con la sua inquietudine
risponde la presenza orgogliosa che si rinnova piena di gratitudine.
quasi impossibile da definirsi: alle volte, si tratta solo di un rinvio.
Eppure, sapere spesso conforta un’anima irrisolta:
è rasserenante la consapevolezza che quella sarà l’ultima volta.
Il sapore dolceamaro delle cose perdute
è come lo spettacolo delle foglie cadute:
il ricordo di una calda stagione avviatasi alla conclusione
e l’arrivo dell’autunno, la stagione della disillusione.
L’addio è quell’ultimo bagno a settembre inoltrato
e il cambio di stagione nel tuo armadio finalmente ultimato.
È l’allegoria del ‘dì di festa’ nella poesia di Leopardi:
la vigilia dell’età adulta e dei suoi scherzi beffardi;
quel sabato preludio di una fine imminente
conclude la settimana e la fanciullezza ridente.
Tra tutti, quello al defunto, è l’addio più penoso e definitivo
soprattutto se il congedo non è giunto tempestivo;
le ultime parole, gli ultimi istanti si pongono a suggello
e da quel momento in poi brillano e valgono più di un gioiello.
Massima è la consapevolezza della fine e dell’inizio di cose nuove
ogni 31 dicembre alle ore ventitré e cinquantanove:
negli ultimi concitati secondi si prova veramente
il sapore di qualcosa che sta svanendo definitivamente.
Un senso di malinconia e impotenza
si somma alla felicità e all’entusiasmo di una nuova partenza;
allo stesso modo, all’addio con la sua inquietudine
risponde la presenza orgogliosa che si rinnova piena di gratitudine.
Opera scritta il 10/11/2019 - 14:06
Letta n.893 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Ho letto senza sforzo questa poesia,quindi piacevole; insomma, davvero apprezzata. complimenti
Francesco Gentile 14/11/2019 - 22:15
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Rapita dalla tua poesia.. molto bella!
Chiara Giuranna 14/11/2019 - 21:22
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Mi ritrovo molto nelle tue parole! Bellissima poesia e complimenti per la tua proprietà di linguaggio!
Serena De Carlo 11/11/2019 - 15:17
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Ogni addio e sempre indimenticabile.
Brava bella poesia
Brava bella poesia
Francesco Cau 10/11/2019 - 16:32
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