Un tempo lontano il Natale era Nascita dentro una stalla.
Poi arrivarono i pastori e i tre Re Magi a far da Presepe. Si aggiunsero animali, antichi mestieri, le colline intorno spolverate di case e di neve sotto un cielo di stelle.
Dal nord occidente s'associarono l’abete adornato di luci e pennacchi... e un uomo anziano vestito di rosso, dal volto rubicondo, la barba bianca, che volava su una slitta di renne distribuendo doni a tutti i bimbi del mondo ( O così era uso far credere).
Nacque un’atmosfera unica , magica e crescente, portatrice di un sano tepore sia nelle case dei ricchi che in quelle dei miseri … riscaldati da scarni bracieri tra muri umidi.
Durò più o meno fino a quando i sillabari si aprivano sui banchi di legno e i pennini scrivevano.
Poi tutta quella magia cominciò a decrescere.
E venne l’oggi dei supermercati, degli spot ossessivi e compulsivi, del comprare e accumulare senza requie e ritegno, delle messe con chitarre e complessini, delle luci lampeggianti fino all’inverosimile, delle vetrate zeppe delle stesse cose.
Il Natale che fa di Gesù un feticcio, una scusa tanto per, sacrificato all’altare del “dio consumismo”.
Tra una moltitudine di gente che ovunque si dipana … e tanta solitudine dentro a ogni essere dotato di un minimo di sensibilità.
Morale:
meglio portare Presepe e Natale dentro il proprio cuore, e tutto l’anno!
Poi arrivarono i pastori e i tre Re Magi a far da Presepe. Si aggiunsero animali, antichi mestieri, le colline intorno spolverate di case e di neve sotto un cielo di stelle.
Dal nord occidente s'associarono l’abete adornato di luci e pennacchi... e un uomo anziano vestito di rosso, dal volto rubicondo, la barba bianca, che volava su una slitta di renne distribuendo doni a tutti i bimbi del mondo ( O così era uso far credere).
Nacque un’atmosfera unica , magica e crescente, portatrice di un sano tepore sia nelle case dei ricchi che in quelle dei miseri … riscaldati da scarni bracieri tra muri umidi.
Durò più o meno fino a quando i sillabari si aprivano sui banchi di legno e i pennini scrivevano.
Poi tutta quella magia cominciò a decrescere.
E venne l’oggi dei supermercati, degli spot ossessivi e compulsivi, del comprare e accumulare senza requie e ritegno, delle messe con chitarre e complessini, delle luci lampeggianti fino all’inverosimile, delle vetrate zeppe delle stesse cose.
Il Natale che fa di Gesù un feticcio, una scusa tanto per, sacrificato all’altare del “dio consumismo”.
Tra una moltitudine di gente che ovunque si dipana … e tanta solitudine dentro a ogni essere dotato di un minimo di sensibilità.
Morale:
meglio portare Presepe e Natale dentro il proprio cuore, e tutto l’anno!
Opera scritta il 24/12/2019 - 07:36
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Commenti
In ritardo ... ti ringrazio del commento.
Ida Falconeri 29/12/2019 - 08:47
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La cosa deprimente è che si vive tutto l'anno buttando soldi per cazz...ehm cavolate, l'unica differenza è che si spende meno compulsivamente perché non bisogna dimostrare la propria "bontà"!
Leo Pardiss 24/12/2019 - 15:39
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