Il quadro di sughero
Ero da poco tempo in quel di Villa Opicina, ed erano anche i primi mesi di matrimonio, il mio Luca si accingeva ad intraprendere, come era solito fare ogni anno, la missione in Sardegna.
Sarebbe stata un’assenza un po’ più lunga della precedenti, con una durata di circa venti giorni, già mi immaginavo le lunghe giornate da sola, d’altronde non avevo avuto modo di fare amicizia con nessuna delle mogli dei colleghi, l’unica era la sig.ra Mimina, la mia dolce vicina di casa.
Ricordo che compravo ogni settimana la settimana enigmistica, ma dopo tre giorni l’avevo già finita, e così compravo gomitoli di lana per fare maglie o sciarpe, ma poiché ero piuttosto veloce nel realizzarle, spesso le sfilavo e le rifacevo . Inventavo scuse con me stessa al fine di uscire tutte le mattine.
Luca era un po’ preoccupato, ma era nello stesso tempo tranquillo, sapeva che me la sarei cavata comunque e che la felicità del ritorno avrebbe abbondantemente compensato il sacrificio della lontananza.
Dopo un viaggio in un pullman militare, da Trieste all’aeroporto di Pisa, con degli aerei che traballavano al minimo soffio di vento, reduci dalla seconda guerra mondiale, avrebbero raggiunto Capo Teulada.
Arrivò a malincuore il giorno della partenza e nel salutarci gli dissi:
<<Caro, al tuo ritorno mi porti un regalino?>>
<< Certo, dimmi che cosa vorresti?>>, mi chiese.
<<Amore, ti ricordi quelle splendide cartoline di sughero che mi mandavi dalla Sardegna quando eravamo fidanzati? Ecco, so che come quelle fanno anche dei meravigliosi quadri, mi piacerebbe averne uno>>
<< D’accordo, te ne porterò uno di sicuro>>. Mi disse salutandomi con un bacio.
I giorni passarono ed arrivò la sera in cui mi ritrovai Luca davanti alla porta di casa, stanchissimo per il viaggio, ma con un sorriso che testimoniava tutta la sua felicità di tornare a casa, e soprattutto da me.
Aveva posato la valigia sul bordo del letto, ed era andato in bagno a farsi una doccia.
Gli chiesi se nel frattempo potevo disfare la valigia, in realtà ero curiosa di scoprire se in essa c’era il regalo per me, ed avutone il consenso mi apprestai ad aprirla.
Notai subito che dentro la tasca interna del coperchio della valigia c’era un pacchetto incartato per bene, con un bel fiocchetto sopra. Lo presi e con trepidazione quasi infantile incomincia a scartarlo.
Mi ritrovai tra le mani un bellissimo piatto di ceramica con la veduta di Piazza San Marco di Venezia, dietro c’era un gancino per appenderlo al muro.
Mi rigiravo il piatto tra le mani ed in tanto pensavo:
<<Ma come è possibile che dalla Sardegna mi abbia portato un piatto con una veduta di Venezia?>>
Appena venne in camera guardando il piatto che avevo tra le mani mi disse:
<<Amore, ti piace, sei contenta?>>
<< Beh, certo che mi piace, è molto bello, ma mi devi spiegare come mai mi hai portato un piatto di Venezia dalla Sardegna, quello sardo di sughero non l’hai trovato ?>> , replicai.
E lui candidamente :
<<Amore certo che l’ho trovato,ma il costo, anche di quello più piccolo, era superiore alle disponibilità che avevo in tasca e così non l’ho potuto comprare, ma pensando che se non ti avessi portato nulla saresti rimasta delusa, scendendo alla stazione di Mestre per il cambio del treno, nella vetrina di un tabacchino tra i vari souvenir ho visto questo piatto e l’ho comprato.>>
<<Amore mio, ti amo tanto, e sai che ti dico? Questo piatto vale più di cento quadri di sughero. Domani lo appenderemo insieme.>>
Luca non c’è più, ma quel piatto è da quasi cinquant’anni su una parete di casa mia.
Sarebbe stata un’assenza un po’ più lunga della precedenti, con una durata di circa venti giorni, già mi immaginavo le lunghe giornate da sola, d’altronde non avevo avuto modo di fare amicizia con nessuna delle mogli dei colleghi, l’unica era la sig.ra Mimina, la mia dolce vicina di casa.
Ricordo che compravo ogni settimana la settimana enigmistica, ma dopo tre giorni l’avevo già finita, e così compravo gomitoli di lana per fare maglie o sciarpe, ma poiché ero piuttosto veloce nel realizzarle, spesso le sfilavo e le rifacevo . Inventavo scuse con me stessa al fine di uscire tutte le mattine.
Luca era un po’ preoccupato, ma era nello stesso tempo tranquillo, sapeva che me la sarei cavata comunque e che la felicità del ritorno avrebbe abbondantemente compensato il sacrificio della lontananza.
Dopo un viaggio in un pullman militare, da Trieste all’aeroporto di Pisa, con degli aerei che traballavano al minimo soffio di vento, reduci dalla seconda guerra mondiale, avrebbero raggiunto Capo Teulada.
Arrivò a malincuore il giorno della partenza e nel salutarci gli dissi:
<<Caro, al tuo ritorno mi porti un regalino?>>
<< Certo, dimmi che cosa vorresti?>>, mi chiese.
<<Amore, ti ricordi quelle splendide cartoline di sughero che mi mandavi dalla Sardegna quando eravamo fidanzati? Ecco, so che come quelle fanno anche dei meravigliosi quadri, mi piacerebbe averne uno>>
<< D’accordo, te ne porterò uno di sicuro>>. Mi disse salutandomi con un bacio.
I giorni passarono ed arrivò la sera in cui mi ritrovai Luca davanti alla porta di casa, stanchissimo per il viaggio, ma con un sorriso che testimoniava tutta la sua felicità di tornare a casa, e soprattutto da me.
Aveva posato la valigia sul bordo del letto, ed era andato in bagno a farsi una doccia.
Gli chiesi se nel frattempo potevo disfare la valigia, in realtà ero curiosa di scoprire se in essa c’era il regalo per me, ed avutone il consenso mi apprestai ad aprirla.
Notai subito che dentro la tasca interna del coperchio della valigia c’era un pacchetto incartato per bene, con un bel fiocchetto sopra. Lo presi e con trepidazione quasi infantile incomincia a scartarlo.
Mi ritrovai tra le mani un bellissimo piatto di ceramica con la veduta di Piazza San Marco di Venezia, dietro c’era un gancino per appenderlo al muro.
Mi rigiravo il piatto tra le mani ed in tanto pensavo:
<<Ma come è possibile che dalla Sardegna mi abbia portato un piatto con una veduta di Venezia?>>
Appena venne in camera guardando il piatto che avevo tra le mani mi disse:
<<Amore, ti piace, sei contenta?>>
<< Beh, certo che mi piace, è molto bello, ma mi devi spiegare come mai mi hai portato un piatto di Venezia dalla Sardegna, quello sardo di sughero non l’hai trovato ?>> , replicai.
E lui candidamente :
<<Amore certo che l’ho trovato,ma il costo, anche di quello più piccolo, era superiore alle disponibilità che avevo in tasca e così non l’ho potuto comprare, ma pensando che se non ti avessi portato nulla saresti rimasta delusa, scendendo alla stazione di Mestre per il cambio del treno, nella vetrina di un tabacchino tra i vari souvenir ho visto questo piatto e l’ho comprato.>>
<<Amore mio, ti amo tanto, e sai che ti dico? Questo piatto vale più di cento quadri di sughero. Domani lo appenderemo insieme.>>
Luca non c’è più, ma quel piatto è da quasi cinquant’anni su una parete di casa mia.
La partenza (1973)
Ad ogni partenza preparavi la tua valigia.
Ci mettevi : camicie, pantaloni, biancheria,
ma nell’angolino più nascosto ci sistemavi
con infinito amore un po’ di me.
Fino a quando te ne sei andato per sempre,
lasciandomi il tuo incancellabile ricordo.
Opera scritta il 04/07/2020 - 17:18
Letta n.883 volte.
Voto: | su 7 votanti |
Commenti
Grazie per le tue belle parole
Mirko D. Mastro(Poeta) 09/07/2020 - 07:17
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In fondo questa è una piccola "puntata" di quella che deve essere stata sicuramente una lunga e bellissima storia d'amore.
Nessuno muore mai completamente se vive nei ricordi di coloro che restano
Forza Santa e grazie a te
Nessuno muore mai completamente se vive nei ricordi di coloro che restano
Forza Santa e grazie a te
Afrodite T 06/07/2020 - 23:57
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Un sano racconto di vita, dove emerge al massimo la genuinità, la sincerità e l'amore di questa Coppia che nessuno potrà mai dividerla, nemmeno il destino. Toccante, ciao
Francesco Scolaro 06/07/2020 - 19:52
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Mi ero perso un gioiellino ancora della Scardino. Chiedo venia ma tempo fu che venìa a me distrazione imperdonabile.
Spero nell’occasione nel perdono proprio come fosse per-dono.
Spero nell’occasione nel perdono proprio come fosse per-dono.
Ernesto D’Onise 06/07/2020 - 08:16
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Bello il racconto, coinvolgente per me, che vivo la tua stessa solitudine e quasi i tuoi stessi ricordi.
Teresa Peluso 06/07/2020 - 05:43
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Lo scritto per di più ha una morale ovverosia che le persone che amiamo nonostante le perdiamo dimorando dentro di noi. Chi ha capacità scrittorie e poetiche proprio come ce le hai tu, tutto ciò avvantaggia in quanto non può che procreare ulteriore spazio. Le stanze del cuore quindi diventano più immense, sganciando quella confortevole luce.
Brava Santa, un racconto prezioso quanto il ricordo.
Brava Santa, un racconto prezioso quanto il ricordo.
Giuseppe Scilipoti 05/07/2020 - 11:29
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Carissima amica mia, con questo racconto mi hai... inchiodato. Non sapevo che esistessero le cartoline di sughero, a fine lettura sono andato a cercare info su internet. Certo che tuo marito sapeva sorprenderti con idee alternative. Mi sa che quando andrò a Nord a trovare la mia fidanzata, visto che attraverserò lo Stresso di Messina le regalerò un anfora calabrese invece della Trinacria in ceramica siciliana. Lucam che idea che mi hai dato!
Ad ogni modo in questa lettura, predomina il vivido ricordo, riscontro tocchi di malinconia che desta commozione grazie ad una chiusa poetica, versi che me l'immagino incisi nel piatto stesso.
Profondità, genuinità e sincerità sono le caratteristiche de "Il quadro di sughero" nel quale al desiderio personale di non dimenticare tu in qualità di autrice disponi di quella capacità di far entrare in sintonia il lettore al fine di comunicare, con semplicità, emozioni e sentimenti impagabili.
(segue disamina)
Ad ogni modo in questa lettura, predomina il vivido ricordo, riscontro tocchi di malinconia che desta commozione grazie ad una chiusa poetica, versi che me l'immagino incisi nel piatto stesso.
Profondità, genuinità e sincerità sono le caratteristiche de "Il quadro di sughero" nel quale al desiderio personale di non dimenticare tu in qualità di autrice disponi di quella capacità di far entrare in sintonia il lettore al fine di comunicare, con semplicità, emozioni e sentimenti impagabili.
(segue disamina)
Giuseppe Scilipoti 05/07/2020 - 11:28
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...e in ogni altro angolino.
Bello il racconto, splendida ed emozionante la nota. Quel piatto alla parete è solo uno dei tanti angolini dove hai sistemato un po' di lui...e lui un po' di te
Bello il racconto, splendida ed emozionante la nota. Quel piatto alla parete è solo uno dei tanti angolini dove hai sistemato un po' di lui...e lui un po' di te
Mirko D. Mastro(Poeta) 05/07/2020 - 06:17
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Il tuo amatissimo Luca è così presente nelle tue poesie, in questo bel racconto, ma soprattutto nella tua vita...un grandissimo amore il vostro!
Anna Maria Foglia 04/07/2020 - 20:58
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Scusa errato il nome Santa me no sono accorta tardi e correggo qui
Maria Luisa Bandiera 04/07/2020 - 19:37
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Sandra, un bellissimo racconto di vita e un bellissimo ricordo oltre che il dolce pensiero del regalo per non arrivare a mani vuote!
Maria Luisa Bandiera 04/07/2020 - 19:36
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