I fiorellini del mio giardino
Tre situazioni diverse, tre esperienze diverse, tre gioie perfettamente uguali.
C H I A R A
Quando nacque Chiara, la mia prima nipotina, eravamo in quattro a fissare la porta dell’ascensore dalla quale sarebbe uscita l’infermiera che avrebbe trasportato la neonata dalla sala parto al nido. L’ansia era feroce e quando finalmente l’ascensore si fermò ed apparve l’infermiera con una specie di teca in cui c’era la bambina, ci passò davanti senza fermarsi neppure per un attimo per farcela guardare…e noi a correrle dietro per cercare di vedere almeno quel pezzetto di visino che spuntava da una copertina ospedaliera.
Alla fine della corsa ci fermammo davanti alla vetrata del nido. Finalmente dopo la visita del pediatra, la puericultrice la prese per le caviglie e la immerse in una vaschetta di acciaio per farle il bagnetto. Dopo baci ed abbracci al neo papà, eravamo tutti lì tremanti di emozione a guardare colei che stavamo aspettando da circa nove mesi..
Ed eccola lì, nella culletta, il suo visino roseo emergeva dal lenzuolino sul quale vi avevo ricamato tre stelline :’’Era nata una stella’’. Aveva gli occhietti chiusi , una manina dietro la testa , mentre l’altra era piegata a forma di corna. Commentammo, che sicuramente sarebbe stata una persona molto scaramantica. Ma la cosa più buffa erano i capelli, non avevo mai visto una bambina con i capelli come i suoi, erano tutti elettrizzati. Ci vollero mesi affinché crescessero più docili, fino a quando non divennero dei meravigliosi riccioli biondi.
N I C O LA
Dopo sei anni, mi ritrovai di nuovo davanti allo stesso ascensore, ma questa volta l’attesa era per mio nipote Nicola. Stessa incontenibile ansia, non vedevamo l’ora di vedere quell’esserino a cui mio figlio aveva deciso di dare il nome di suo padre che non c’era più. Stessa identica scena : corsa dietro l’infermiera e tutti davanti alla vetrata. Dopo poco tempo, avemmo modo di ammirare un bambino molto bello,paffuto, due grandi occhi e con una testolina senza neppure un capello. Eravamo tutti contagiati dall’euforia di mio figlio, felice di essere diventato papà per la seconda volta, dopo il colloquio col pediatra mi abbracciò e mi disse: ‘’Mamma, hai visto è nato Nicola’’. Non so perché, ma non appena ebbe pronunciato quel nome mi si fece un groppo alla gola che mi bloccò il respiro, sopraffatta da un’emozione che esulava da quella della nascita. Il motivo mi fu quasi subito chiaro: erano sedici anni che in casa non sentivo più il suono di quel nome. Avrei dovuto fare i salti di gioia per quell’evento eccezionalmente lieto ed in cuor mio era così, eppure caddi in una profonda mestizia. Per anni avevo cercato di vivere annullando il ricordo di quella mancanza che mi faceva tanto soffrire, all’improvviso mi ero ritrovata ad indossare un abito che avevo accantonato, ma capii che era giunto il momento di indossarne uno nuovo. Intanto i giorni passarono e con essi anche la mia confusione, godendo a pieno della gioia di quel bambino che diventava ogni giorno più bello e di cui oggi vado fiera.
M A R T I N A
A distanza di dieci mesi e tre giorni dalla nascita di Chiara nacque mia nipote Martina. Dopo una gravidanza durata più del solito, mancavano pochi giorni per dieci mesi, finalmente arrivò quello giusto. Martina dimostrò la sua caratteriale pigrizia fin dal momento della nascita.
Dopo sedici ore di attesa, restammo insieme a mia figlia solo io e mio genero.
Si era fatta ormai quasi mezzanotte, trasferimento in sala parto, dove non mi fu permesso di entrare, era più giusta la presenza del papà.
Dopo circa una mezz’ora, trascorsa andando avanti ed indietro, finalmente la porta si aprì e ne uscì un’infermiera che spingeva una cullina coperta da una protezione di vetro che mi disse:
‘’Signora, gliela lascio per qualche minuto e poi la vengo a riprendere’’.
Guardavo quel fagottino che sembrava una bambola , la prima cosa che notai furono le sue labbra , erano identiche a quelle del nonno Nicola, una sensazione che nei giorni successivi mi fu confermata anche da mia figlia.
Intanto rimasta di nuovo sola, squillò il cellulare, era la mia amica Rosamaria che mi chiamava da Milano.
‘’Ciao, allora è nata?. Mi chiese
‘’Certo, pochi minuti fa. E tu come hai fatto a saperlo con tanta tempestività?’’ Le dissi.
‘’Pura sensazione’’ Rispose.
‘’Sai questa telefonata non poteva essere più appropriata, è arrivata nel momento in cui stavo pensando, presa dalla felicità , di non avere nessuno da abbracciare. A cosa serve la felicità se non hai con chi condividerla?’’. Le confidai con un filo di voce.
‘’Bene, abbraccia me! Ti ho chiamata per questo, sapevo che avevi bisogno di me!’’
Tre nipoti,tre esperienze,tre caratteri diversi, tre fiorellini…un unico grande giardino!
Voto: | su 3 votanti |
La gioia è sempre gioia anche se accompagnata da sfumature divere.
Buona domenica!
Brava e complimenti per il tuo giardino!
Ciao Santa
Tre nipoti/tre fiorellini: cinque stelline di voto! Un racconto che vale per tre e sempre da cinque stelline è!
Ottimo lavoro.
(segue disamina)
Ad ogni modo le sensibili, concrete, genuine e amorevoli righe mettono in positivo risalto la vita di una donna che diventa nonna per ben tre volte, tre nascite che incidono profondamente nella sua vita diventando...
(segue disamina)
Certamente diventare fratello la seconda volta è assai diverso da diventare madre, zia e naturalmente nonna.
Tornando alla disamina, ho letto e assaporato un racconto che vale per tre, tre nipoti, tre amori, un paragrafo più intenso dell'altro e che dispongono irreversibilmente di un comune denominatore.
(segue disamina)