Come bocciolo in bilico sul filo
del cielo
è la mia speranza,
che non si vede
del cielo
è la mia speranza,
che non si vede
Inerme e sull'orlo dell'abisso,
si accinge
a negare la propria
volontà
e pianta carnivora
del suo stesso io,
spolpa gli esigui
frutti dei suoi trionfi.
Bocciolo scuro
schiuso a metà,
tu vivi solo
dell'inettitudine dei tuoi avi
Inascoltati rimangono dunque
i tuoi petali,
che invano sfuggono
al grave peso del tuo
guscio.
Nella limitatezza della tua visione,
invisibile appare l'acrobata
tuo compare,
che da tempo in silenzio
ti osserva
Un ultimo gesto affiora
dallo stallo della tua
condizione
Il dito puntato all'orizzonte:
l'Azimut del tuo io
Opera scritta il 18/11/2020 - 19:39
Da Irene P.
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