Uscendo dal sepolcro ancora barcollante, Lazzaro scosse le sudice vesti di lino mentre il suo “Salvatore” si compiaceva del suo miracolo nell’osanna degli astanti e dei parenti che lo acclamavano riconoscenti.
“Alzati e cammina, Lazzaro!” – Aveva detto.
“Alzati e cammina, Lazzaro!” – Aveva detto.
E mentre tutti si aspettavano il ringraziamento anche da parte del risorto, furono gelati e sorpresi dalle sue parole:
“In che cosa peccai, Signore, che mi punisci così?”
“Mi avresti dovuto salvare quando stavo per morire e soffrivo.”
“Ora hai tolto la mia carne dal sepolcro, ora che non soffrivo più per questa vita”.
“Così, solo perché la stolta turba in te riconosca il suo Messia, mi condanni a morire un’altra volta!”
Opera scritta il 13/01/2021 - 13:10
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Commenti
@Giuseppe, il racconto è una trasposizione in 110 parole di una lirica di Olindo Guerrini alias Lorenzo Stacchetti, un ironico e mangiapreti, poeta decadente dei primi del 900
Glauco Ballantini 14/01/2021 - 09:51
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Glauco, siediti e scrivi! Pubblicazione simpatica, senza infamia e senza...Lode.
Un apocrifo ironico, da velocissimo sermone da prete che ha bevuto troppo vino da messa!
La pubblicazione non si avvale di presupposti seri e spirituali, piuttosto prevale un tono farsesco ma anche amaro su certi versi. Scritto bene.
Non aggiungo altro se non un Amen(o)!
Un apocrifo ironico, da velocissimo sermone da prete che ha bevuto troppo vino da messa!
La pubblicazione non si avvale di presupposti seri e spirituali, piuttosto prevale un tono farsesco ma anche amaro su certi versi. Scritto bene.
Non aggiungo altro se non un Amen(o)!
Giuseppe Scilipoti 13/01/2021 - 18:33
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