Il mio primo autunno
Il mio primo autunno in terra, oserei dire straniera,in realtà ero sempre in Italia, anche se a due km dalla frontiera con la Slovenia.
Parlo di un paesino in provincia di Trieste, esattamente di Villa Opicina, il luogo di cui parla Susanna Tamaro nel suo: "Va dove ti porta il cuore",in realtà anche io ci arrivai per seguire il cuore.
A quel tempo ero una ragazzina inesperta poco avvezza ai viaggi e che lasciava per la prima e definitiva volta la casa paterna. Vi arrivai in una piovosa sera dell'autunno del 1972, ricordo ogni particolare, ma ciò che mi è rimasto nel cuore sono le sensazioni di quel periodo che per me profuma di magia e di emozioni. Scoprivo giorno per giorno cose nuove, completamente diverse dall'atmosfera in cui ero vissuta fino ad allora. Alla città fredda e caotica si opponeva il profumo di legna che usciva dai camini accesi.
Al rumore assordante di macchine e motorini si sostituiva il cigolio delle biciclette che salivano su per la stradina che dalla piazzetta portava alle case sparse tra gli alberi.
L'arrivo della prima neve fu per me la gioia più grande, ero euforica come una bambina. Dai vetri delle mie finestre guardavo il giardino sottostante diventare sempre più bianco con gli scoiattoli che correvano da un albero a l'altro, mentre il nipotino della mia padrona di casa gridava facendo palle di neve. Il paesaggio che si era creato intorno mi faceva sentire parte di una cartolina natalizia. Le persone che incontravo andando per i negozi a fare la spesa erano diverse da noi campani, estroversi, chiacchieroni e socialmente disponibili, al contrario erano silenziosi e riservati, ma molto educati e ligi alle regole o almeno tali apparivano ai miei occhi.
Oggi conservo con amore e dolcezza queste sensazioni pensando a qualcosa del passato che ha un grande pregio: profuma di quel fiore chiamato "gioventù".
Parlo di un paesino in provincia di Trieste, esattamente di Villa Opicina, il luogo di cui parla Susanna Tamaro nel suo: "Va dove ti porta il cuore",in realtà anche io ci arrivai per seguire il cuore.
A quel tempo ero una ragazzina inesperta poco avvezza ai viaggi e che lasciava per la prima e definitiva volta la casa paterna. Vi arrivai in una piovosa sera dell'autunno del 1972, ricordo ogni particolare, ma ciò che mi è rimasto nel cuore sono le sensazioni di quel periodo che per me profuma di magia e di emozioni. Scoprivo giorno per giorno cose nuove, completamente diverse dall'atmosfera in cui ero vissuta fino ad allora. Alla città fredda e caotica si opponeva il profumo di legna che usciva dai camini accesi.
Al rumore assordante di macchine e motorini si sostituiva il cigolio delle biciclette che salivano su per la stradina che dalla piazzetta portava alle case sparse tra gli alberi.
L'arrivo della prima neve fu per me la gioia più grande, ero euforica come una bambina. Dai vetri delle mie finestre guardavo il giardino sottostante diventare sempre più bianco con gli scoiattoli che correvano da un albero a l'altro, mentre il nipotino della mia padrona di casa gridava facendo palle di neve. Il paesaggio che si era creato intorno mi faceva sentire parte di una cartolina natalizia. Le persone che incontravo andando per i negozi a fare la spesa erano diverse da noi campani, estroversi, chiacchieroni e socialmente disponibili, al contrario erano silenziosi e riservati, ma molto educati e ligi alle regole o almeno tali apparivano ai miei occhi.
Oggi conservo con amore e dolcezza queste sensazioni pensando a qualcosa del passato che ha un grande pregio: profuma di quel fiore chiamato "gioventù".
Opera scritta il 22/10/2021 - 20:55
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Commenti
Grazie Paola sei gentilissima. Buona domenica.
santa scardino 24/10/2021 - 12:34
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Mi hai fatto commuovere, ho rivissuto sensazioni note anche per me e le hai descritte con la straordinaria delicatezza della penna dell'anima...
PAOLA SALZANO 24/10/2021 - 11:56
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Ed è buon la penna del cuore che ringrazio sia Mare blu che Giuseppe.Buona notte!
santa scardino 23/10/2021 - 22:13
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Racconto delicato come la porcellana,da maneg... emh, da leggere e "trattare" con cura.
Cinque stelline!!!
PS. Chi ha messo una stellina per cattiveria, merita una stellina ninja lanciata in fronte.
Cinque stelline!!!
PS. Chi ha messo una stellina per cattiveria, merita una stellina ninja lanciata in fronte.
Giuseppe Scilipoti 23/10/2021 - 21:22
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Ritengo che il brano appena letto é stato realizzato con l'inchiostro del CUORE, una valente e ispirata penna che sa essere anche poetica. Leggere queste righe è stato come andare con la bicicletta in discesa, non si fa alcuna fatica, il componimento lo leggi in un attimo e alla fine ti emozioni pure.
(segue)
(segue)
Giuseppe Scilipoti 23/10/2021 - 21:20
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Il grande pregio di questo racconto è il seguente: la tecnica narrativa di grande presa alla quale si aggiungono naturalmente i contenuti.
La dimensione autunnale è inattaccabile tanto che l'autrice sembra ovattarsi all'interno di essa, un rievocare immagini, istanti, sensazioni... riversando in un tripudio di nostalgia.
(segue)
La dimensione autunnale è inattaccabile tanto che l'autrice sembra ovattarsi all'interno di essa, un rievocare immagini, istanti, sensazioni... riversando in un tripudio di nostalgia.
(segue)
Giuseppe Scilipoti 23/10/2021 - 21:19
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Un "Autumn in Trieste" ove a differenza de "Autumn in New York" (noto film con Richard Gere) il comparto sentimentale si riversa in quello che definisco "legame" inerente ad un luogo, ai quali si aggiungono gli indimenticabili verdi anni di Santa Scardino di cui si percepisce fortemente quella linfa che fu.
Il grande pregio di questo racconto è il seguente: la tecnica narrativa di grande presa alla quale si aggiungono naturalmente i contenuti.
(segue)
Il grande pregio di questo racconto è il seguente: la tecnica narrativa di grande presa alla quale si aggiungono naturalmente i contenuti.
(segue)
Giuseppe Scilipoti 23/10/2021 - 21:18
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Racconto ricco di belle immagini. La gioventù emana profumo dolce che irradia tutta la vita. Buona domenica!
mare blu 23/10/2021 - 21:07
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