Quello che non si dice
L’ aveva preparato con tanto amore, Gianluca a momenti sarebbe ritornato, ma controllò l’ orario e si accorse che era in ritardo. Strano, pensò, di solito avvisava quando aveva qualche contrattempo. Forse sarà rimasto imbottigliato nel traffico, di solito a quell’ ora era molto caotico.
Apparecchiò la tavola con cura e con le stoviglie delle grandi occasioni, la tovaglia di lino ed infine le candele, che creavano un’ atmosfera intima e complice. Elisa guardò, soddisfatta del suo lavoro, era tutto perfetto, ora non restava che aspettare il suo compagno. Ma di Gianluca nessuna traccia. Provò a rintracciarlo telefonicamente ma rispondeva la segreteria telefonica, gli lasciò un’ infinità di messaggi, ma senza ricevere alcuna risposta. Poi più niente, nemmeno più la segreteria, il cellulare divenne irraggiungibile, segno che era fuori zona o l’ aveva spento.
Intanto le ore passavano e preoccupata iniziò a fare un giro di chiamate agli amici e conoscenti, ma nessuno l’ aveva visto né incontrato, sembrava sparito nel nulla. Poi passò in rassegna tutti gli ospedali della zona, supponendo che avesse avuto un incidente, ma inutilmente. Fu la notte più lunga della sua vita, se ne rimase seduta in cucina, fissando la porta e pensando le cose più terribili. Aveva appena saputo di aspettare una bambino e non vedeva l’ ora di comunicare la bella notizia a Gianluca, era sicura del suo amore, ed era certa che sarebbe stato felice di diventare papà…
Gianluca, erano ore che gironzolava, senza meta, quella mattina era andato in bagno, quando il suo sguardo era caduto nel cestino dei rifiuti, vedendo una strana scatola, l’ aveva presa incuriosito e gli era quasi preso un colpo, era un test di gravidanza. Non poteva essere incinta… Eppure gliela fatto capire in tanti modi, lui non voleva figli, non l’ aveva detto in modo esplicito, ma con tante frasi buttate qua e là tipo: “ Hai visto Maria e Luca? Adesso che hanno un bambino non possono più fare ciò che vogliono, sono costretti ai ritmi del bambino ed alle sue esigenze, poverini”!
Oppure: ” Io non riuscirei a limitare la mia libertà per dei marmocchi”.
E se venivano invitati a casa di amici con figli declinava l’ invito, dicendo di essere infastidito dalle grida dei bambini. Gianluca considerava i figli un intralcio al loro amore. Ma sapeva in cuor suo, che non era solo quello l’ unico motivo del suo rifiuto, aveva paura, paura di diventare padre, di essere responsabile di altre vite. In fondo era egoista e se ne rendeva conto, tuttavia non poteva cambiare. Il suo modo di essere, sembrava sbagliato per gli altri, ma per lui era giusto.
Già si vedeva alle prese con un neonato, latte, pannolini, notti insonni, niente più viaggi, cenette romantiche e niente notti di passione travolgente. No, non l’ avrebbe sopportato. Tuttavia, era combattuto fra l’ amore per Elsa e il suo innato egocentrismo. Tutto ruotava intorno a lui, protagonista assoluto della scena, si sentiva il Mangiafuoco di Pinocchio, colui che manovrava gli altri secondo i suoi piaceri. Sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di guardare Elisa negli occhi e dirle apertamente che non voleva quel figlio e che avrebbe dovuto abortire.
Il solo pensiero lo faceva stare male. Quegli occhi dal colore blu intenso si sarebbero inondati di lacrime e lui non voleva assolutamente questo. Odiava le persone che piangevano, li considerava fragili e senza carattere, lui non aveva mai pianto in vita sua, nemmeno quando suo padre, esasperato dal modo di comportarsi, gli dava una sberla. Lui si chiudeva in camera ed era capace di non rivolgergli più la parola per giorni. Non se la sentiva di rientrare a casa e di affrontare l’ argomento, almeno non quella mattina. Da vile com’ era, doveva trovare una scusa credibile, per quella notte.
Cercò un telefono pubblico e la chiamò: ” Elisa, sei tu amore, perdonami, sapessi cosa mi è successo… sono rimasto senza benzina, proprio fuori città, in quel tratto isolato e per di più avevo il cellulare scarico e quindi nessuna possibilità di chiedere soccorso. Poi ho fatto cinque chilometri a piedi fra i campi e finalmente verso la mattinata ho trovato un passaggio con un furgoncino per il pane”.
Elisa risollevata rispose: ” Amore finalmente, mi hai fatto preoccupare, stavo andando in caserma per sporgere la denuncia di scomparsa. Sono felice che stai bene, non ti preoccupare per me, ho solo avuto un grande spavento”.
Gianluca lasciò l’ auto parcheggiata lontano da casa e ritornò con un taxi. Lei ignara di tutto l’ abbracciò così forte da non farlo respirare, dicendo: ” Amore devo parlarti, ho una cosa importante da dirti…”
Gianluca, maestro della situazioni, rispose: ” Ti dispiace se rimandiamo a dopo, sono così stanco che vorrei fare una doccia e riposarmi un po”.
Elisa rispose: ” Hai ragione tesoro, dopo questa brutta avventura… ne riparliamo più tardi.”
Ma lei oltre che bella era anche molto intelligente, aveva trovato il test di gravidanza sul lavello, mentre si ricordava benissimo di averlo buttato nel cestino… da ciò aveva intuito che Gianluca l’ aveva scoperto. Era delusa, la storia che gli aveva raccontato non la convinceva ed era anche dispiaciuta ed incredula, che forse aveva creduto ingenuamente che l’ uomo che amava fosse una persona speciale.
Alcune domande le martellavano in testa: “ Perché aveva evitato di chiederle il motivo per cui aveva fatto il test di gravidanza? Forse la fuga di quella notte aveva un nesso con questo”?
Non avevano mai affrontato apertamente l’ argomento figli, si, lui spesso se n’ era venuto fuori con delle battute fuori luogo e la sua insofferenza di fronte ai bambini era palese, ma non aveva mai accennato apertamente che non volesse figli. Elisa decise che appena si fosse svegliato avrebbe preso di petto la faccenda.
Gianluca non riuscì a riposare, si domandava per quanto tempo ancora poteva rimandare il problema. Ma la risposta l’ ebbe subito.
Elisa non aspettò che si svegliasse entrò nella stanza con il test di gravidanza in mano e senza mezzi termini e con tanta amarezza nel cuore gli disse: ” Sono incinta!”
E aggiunse: ” Adesso te ne puoi anche andare, non ti servono scuse per giustificare la tua vigliaccheria”.
Gianluca non se lo fece ripetere due volte, uscì di casa senza voltarsi. Elisa lo vide allontanarsi in strada e si accorse che era solo un piccolo, piccolo uomo.
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Da donna e madre ho scorso il tuo racconto, captando tutte le emozioni della protagonista, gioia, preoccupazione, tristezza, dolore e poi la sua grande forza nell'abbattere quella barriera del piccolo uomo. Grande Donna!!!
Sempre bravissima Anna
Brava, complimenti!