Miro l’argenteo cielo astratto,
E Per riflesso forse tu mi scorgi,
Chi sa se ai mie’ pensieri porgi
La mano c’a me hai sottratto.
E Per riflesso forse tu mi scorgi,
Chi sa se ai mie’ pensieri porgi
La mano c’a me hai sottratto.
Pure l’ anima stratta a te s’è stretta
Sì forte che il remoto divien scarno,
Eppur dietro ti corre l’occhio indarno
Come quella dell’ore a l’altra lancetta.
S’ingarbuglian le vie, corpo immoto
Innanzi a uno smacco intriso d’acido,
Di vita costretta in una canzone,
Fosti forse fallace allucinazione?
Cerco i tuoi ricci d’amore avido,
Ma di te non restan che smorte foto.
Opera scritta il 07/11/2022 - 22:38
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Commenti
Piaciuta e apprezzata.
Maria Luisa Bandiera 08/11/2022 - 17:25
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Forte suono epico.
Aquila Della Notte 08/11/2022 - 16:29
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Apprezzata, piaciutissima.
Benvenuto
Benvenuto
Marina Assanti 08/11/2022 - 13:49
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Bella e piacevole, apprezzata.
Anna Cenni 08/11/2022 - 13:35
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Nostalgia che pervade tutta questa bella lirica in tono aulico.
Jean Charles G. 08/11/2022 - 11:03
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