L'analisi più lucida che posso fare della società moderna è constatarne il progressivo e inesorabile allontanamento dalla Natura. Alla base di questo allontanamento ipotizzo, come cause primarie, l'aver iniziato a considerare la moneta come un simbolo che rappresenti e sostituisca ogni valore conosciuto e non come un mezzo, vera funzione per il quale fu inventata e ancor prima aver smesso di rappresentare le divinità come forze naturali sostituendole ad una unica, in varie declinazioni, ma sempre con fattezze umane.
Dopo esserci, quindi, autoeletti divinità, abbiamo iniziato a nostra volta ad idolatrare il denaro.
Credo che l'uomo moderno,
seppur chiamato per necessità ad usare la Natura per soddisfare i propri bisogni primari, debba tornare a riconciliarsi e considerarsi parte di essa.
Il punto chiave di questo mio messaggio è questo: non esiste una soluzione per sovvertire la deriva intrapresa se non partendo da una riduzione intima della percezione che diamo alla ricchezza nella nostra scala valoriale a favore di un maggiore rispetto delle forze che regolano la Natura.
Sembra banale ma si tratta di uno scatto molto complesso e di un lavoro profondo su sé stessi in considerazione all'ambiente in cui siamo immersi e che ci condiziona fortemente. Lavoro che può, però, trovare un motore importante se ci si sofferma a considerare che non esista nella storia nemmeno una guerra che, scavando a fondo, non abbia alla base un interesse economico. Che il denaro, oggetto che non cresce in Natura, ma ormai sistema dotato di leggi autoalimentate, per propria sopravvivenza stia contribuendo a delineare un mondo totalmente virtuale e parallelo per il quale dedichiamo la vita e a volte la sacrifichiamo e che questo nuovo mondo, per il quale buona parte dell'umanità si rende serva, abbia come mattone principale i numeri e non le molecole organiche che il nostro organismo invece necessita per sopravvivere. È plausibile, quindi, pensare che si stia trascurando un mondo strutturato per nutrirci a favore di uno parallelo che potrà essere vissuto solo da esseri inumani.
Sembra banale ma è importante ricordarcene.
Dopo esserci, quindi, autoeletti divinità, abbiamo iniziato a nostra volta ad idolatrare il denaro.
Credo che l'uomo moderno,
seppur chiamato per necessità ad usare la Natura per soddisfare i propri bisogni primari, debba tornare a riconciliarsi e considerarsi parte di essa.
Il punto chiave di questo mio messaggio è questo: non esiste una soluzione per sovvertire la deriva intrapresa se non partendo da una riduzione intima della percezione che diamo alla ricchezza nella nostra scala valoriale a favore di un maggiore rispetto delle forze che regolano la Natura.
Sembra banale ma si tratta di uno scatto molto complesso e di un lavoro profondo su sé stessi in considerazione all'ambiente in cui siamo immersi e che ci condiziona fortemente. Lavoro che può, però, trovare un motore importante se ci si sofferma a considerare che non esista nella storia nemmeno una guerra che, scavando a fondo, non abbia alla base un interesse economico. Che il denaro, oggetto che non cresce in Natura, ma ormai sistema dotato di leggi autoalimentate, per propria sopravvivenza stia contribuendo a delineare un mondo totalmente virtuale e parallelo per il quale dedichiamo la vita e a volte la sacrifichiamo e che questo nuovo mondo, per il quale buona parte dell'umanità si rende serva, abbia come mattone principale i numeri e non le molecole organiche che il nostro organismo invece necessita per sopravvivere. È plausibile, quindi, pensare che si stia trascurando un mondo strutturato per nutrirci a favore di uno parallelo che potrà essere vissuto solo da esseri inumani.
Sembra banale ma è importante ricordarcene.
Lascio aperto il dialogo a chi vorrà soffermarsi per riflettere, rimanendo aperto anche alle critiche come trovo giusto che sia.
Viva la poesia, viva la cultura.
Mf.
Racconto scritto il 04/01/2025 - 20:28
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