l'aquea fumea vie alberi e case
il pluvio giorno è stato breve
e io no so cosa ho provato
o inteso inseguendo le ore
che isolato ho vissuto
mentre il tempo le sfornava.
Ozioso nuvolo bigio mese
umido oh tu brumaio 
pregno di odor di crisantemi
come il cuore incrini
e mesto il tutto rendi,
come di inquieti inquilini 
pensieri la mente affolli
e le tapparelle chiudi
ad una vita interiore!
Vedi: piove; piove piove
tristemente piove. Straripa
inonda e infanga la fiumana,
al feroce smotto titano
che diroccia frana la casa,
molle crolla il ponte; lago 
si fa il seminterrato e la piazza 
alla falla dell'argine 
abusato del naviglio intasato.
Vedi: scroscia sui lidi 
sui binari, sulle lande, 
sui borri, sui marmi 
sui colli, sulla capitale
su croci vecchie e nuove.
Piove, piove sullo Stivale
ovunque, insistente, a dirotto
più e ancora inclemente 
al fluire dei giorni!
Placatevi e assopitevi,
se irati, dèi della pioggia
dei fulmini e dei tuoni!
Andate via fiotti bruni 
pregni di fanghiglia, 
nebbie e nubi cinerine 
sfollate da spazzi biavi:
all'alba lasciateci intascare 
un po' di luce e di sole!
Non è più tempo di celebrare
morti e rovine! Solleticaci
illusione, facci vivere ancora
e riattacca al nostro cuore 
la speranza che si stacca
prima che domani ingenerosa
prenda commiato e si allontani.
Poesia scritta il 16/11/2014 - 10:58Voto:  |  su 3 votanti  | 
	
Ugo Mastrogiovanni  
 17/11/2014 - 11:37 Sono Ligure, ti puoi immaginare...
Bravo, bella poesia.
Paola Collura  
 16/11/2014 - 20:47 Non facciamo che sperare con te negli dèi
della pioggia. Complimenti.
  
Gio Vigi  
 16/11/2014 - 19:17 
                        


