ferito dall’impeto della vita.
Mi specchio,
e riconosco la prigionia
in quella maschera di poche parole.
BASTA!
Ho bisogno di nuove emozioni,
di liberarmi da quelle paure
sature d’incognite inespressive,
e scappare dal freddo
di corridoi grigi,
di volti stanchi e camici bianchi,
distratti e freddi,
e senza la libertà di disegnare il cielo
di mille colori.
Vorrei fuggir via da quell’ignoranza,
e affrontare il buio
con impavido coraggio,
e illuminare un giorno
quel destino in cui io esisto.
Grande è il desiderio
di potermi specchiare ancora
in quella magia
di rispetto e dignità.
Esausta,
chiedo aiuto.
Metterò in una sacca
brandelli di ricchezza del passato,
le scarpe del futuro,
pennelli, colori ,
e un rossetto rosso
per condividere
nel prossimo viaggio,
fatto di semplice calore,
la gioia dell’amore,
in assenza di dolore.
Adriana Giulia Vertucci febbraio 2014
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