Di Tempeste
vorrebbero parlare
quegli occhi
di marinai stanchi
come alberi piegati dal vento
su reti gonfie di speranze,
dove le loro radici
profumano di abissi.
D'argento luccicante
si colorano quelle tristi reti,
alla deriva sospinte
nella notte,
illuminata dalle loro lampare,
mentre Nettuno
osserva i loro volti scuri,
bruciati,
e con la carezza
di un leggero vento di brezza
accompagna a riva
le loro barche stanche.
vorrebbero parlare
quegli occhi
di marinai stanchi
come alberi piegati dal vento
su reti gonfie di speranze,
dove le loro radici
profumano di abissi.
D'argento luccicante
si colorano quelle tristi reti,
alla deriva sospinte
nella notte,
illuminata dalle loro lampare,
mentre Nettuno
osserva i loro volti scuri,
bruciati,
e con la carezza
di un leggero vento di brezza
accompagna a riva
le loro barche stanche.
Poesia scritta il 05/06/2015 - 23:43
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Commenti
M'appare come un diario di pensieri, questa bella pubblicazione, dove il viaggio dei marinai viene cullato dalle capriole di onde che, accompagnano alla riva, barche stanche. Calzanti metafore e parole ben scelte, inseguono false chimere, in un mare colorato dai ricordi. Ecco le mie sensazioni, trasmesse dalle poetiche immagini. Assai piaciuta!
Arcangelo Galante 09/06/2015 - 16:09
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