Cosa ti resterā di questo mondo,
della felicitā che tanto osanni
nel tener stretto un comodo princėpio?
Guārdati, avviluppato tra matasse
imbrogliate e intricate d'una mera
esistenza. Non scorre acqua, chimera
di mortali assetati, ma la roccia
spuntata, spigolosa č il tuo dio.
Taci e ascolta il silenzio, che risuona
dalla realtā divina e variopinta.
Tutt'attorno e anche dentro un gran mistero
cova ciō che non vedi: questo muro
sgretolato dal sole; il mare in spuma;
il brontolio del cielo. Il mondo sfuma
dai tuoi occhi umani, troppo umani, e resta
questo lieve tepore e il mal di vita.
della felicitā che tanto osanni
nel tener stretto un comodo princėpio?
Guārdati, avviluppato tra matasse
imbrogliate e intricate d'una mera
esistenza. Non scorre acqua, chimera
di mortali assetati, ma la roccia
spuntata, spigolosa č il tuo dio.
Taci e ascolta il silenzio, che risuona
dalla realtā divina e variopinta.
Tutt'attorno e anche dentro un gran mistero
cova ciō che non vedi: questo muro
sgretolato dal sole; il mare in spuma;
il brontolio del cielo. Il mondo sfuma
dai tuoi occhi umani, troppo umani, e resta
questo lieve tepore e il mal di vita.
Poesia scritta il 15/06/2015 - 01:50
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Commenti
Intima e dolorosa...mi associo al commento di Arcangelo. Buona giornata,
Chiara B. 15/06/2015 - 15:46
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Scusami per il refuso. Ricopio il commento. Non riuscire ad ascoltare il mistero della vita, nč il divino, restando ancorati ad un "comodo princėpio" , significa possedere una MORTE VIVA.
Arcangelo Galante 15/06/2015 - 11:24
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Non riuscire ad ascoltare il mistero della vita, nč il divino, restando ancorati ad un "comodo princėpio" , signifa possedere una MORTE VIVA.
Arcangelo Galante 15/06/2015 - 11:23
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