Spesso
guardo il vuoto
che annuncia il non esistere
e mi sento perso
in un gioco
dall’infinito senza uscita.
guardo il vuoto
che annuncia il non esistere
e mi sento perso
in un gioco
dall’infinito senza uscita.
A volte
penso che le stelle
siano solo un richiamo
e il temporale
grida
fin troppo conosciuti
che lacerano l’anima e il momento.
Spesso
la paura mi veste
mi stritola come un pitone
è diviene
cosi semplice il passaggio
dal respiro al non respiro
e finalmente
le lacrime
finiscono d’irrorare
l’abbandono dagli occhi.
Poesia scritta il 12/07/2015 - 22:59
Letta n.1155 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Una poesia molto introspettiva...il vuoto interiore che diventa angoscia...ma se il pianto è liberatorio, allora è bene piangere!
Maria Carla Pellegrini 13/07/2015 - 11:22
--------------------------------------
Hai descritto perfettamente il senso di vuoto e poi l'angoscia che sfocia in un pianto liberatorio.Molto significativa questa tua opera. Ciao
Anna Rossi 13/07/2015 - 10:47
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.