Spesso
guardo il vuoto
che annuncia il non esistere
e mi sento perso
in un gioco
dall’infinito senza uscita.
guardo il vuoto
che annuncia il non esistere
e mi sento perso
in un gioco
dall’infinito senza uscita.
A volte
penso che le stelle
siano solo un richiamo
e il temporale
grida
fin troppo conosciuti
che lacerano l’anima e il momento.
Spesso
la paura mi veste
mi stritola come un pitone
è diviene
cosi semplice il passaggio
dal respiro al non respiro
e finalmente
le lacrime
finiscono d’irrorare
l’abbandono dagli occhi.
Poesia scritta il 12/07/2015 - 22:59Letta n.1309 volte.
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Commenti
Una poesia molto introspettiva...il vuoto interiore che diventa angoscia...ma se il pianto è liberatorio, allora è bene piangere!


Maria Carla Pellegrini
13/07/2015 - 11:22 --------------------------------------
Hai descritto perfettamente il senso di vuoto e poi l'angoscia che sfocia in un pianto liberatorio.Molto significativa questa tua opera. Ciao


Anna Rossi
13/07/2015 - 10:47 --------------------------------------
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