Feci scempio
dei miei pensieri veloci
al cullar della mia essenza
troppo pigra
intorpidita
dall'acre odor di fumo.
Il caffè sul fuoco
in cucina
presagiva un'altra sigaretta
da consumar ormai
senza più gusto
in quelle nervose boccate.
Sul tavolo
il cellulare vibrava
senza nessuna risposta
mentre la segreteria telefonica
lampeggiava.
Tutto di me
stava cambiando
il mio ventre
tagliato in due
da esperte mani
per ereditarietà
di malattia che si tace.
Non so per quanto
mi lascerà viva
senza poter più
sentirmi donna!
dei miei pensieri veloci
al cullar della mia essenza
troppo pigra
intorpidita
dall'acre odor di fumo.
Il caffè sul fuoco
in cucina
presagiva un'altra sigaretta
da consumar ormai
senza più gusto
in quelle nervose boccate.
Sul tavolo
il cellulare vibrava
senza nessuna risposta
mentre la segreteria telefonica
lampeggiava.
Tutto di me
stava cambiando
il mio ventre
tagliato in due
da esperte mani
per ereditarietà
di malattia che si tace.
Non so per quanto
mi lascerà viva
senza poter più
sentirmi donna!
Poesia scritta il 11/09/2015 - 15:31
Letta n.1058 volte.
Voto: | su 6 votanti |
Commenti
Triste e sofferta opera,spero tanto che non sia autobiografica. Un saluto
Anna Rossi 12/09/2015 - 06:06
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