Su questi ruvidi scogli
ove le nostre membra nude
posano e quasi si trasformano
in terra, in pietra men dura,
il sole immobilizza i corpi
di cui non c'è più ombra
e li appiattisce e li sbiadisce
fino ad unirli con la rena e la pietra.
Solo gli occhi vivono ancora,
godono sotto le ciglia abbassate, protetti.
Godono dell'unione perfetta
di due nature tanto diverse.
Anche quando, per caso,
si tocca la pelle dell'altro
non si avverte il brivido dei sensi
rimossi, ma sembra di toccare
una cosa morta ed inerte.
ove le nostre membra nude
posano e quasi si trasformano
in terra, in pietra men dura,
il sole immobilizza i corpi
di cui non c'è più ombra
e li appiattisce e li sbiadisce
fino ad unirli con la rena e la pietra.
Solo gli occhi vivono ancora,
godono sotto le ciglia abbassate, protetti.
Godono dell'unione perfetta
di due nature tanto diverse.
Anche quando, per caso,
si tocca la pelle dell'altro
non si avverte il brivido dei sensi
rimossi, ma sembra di toccare
una cosa morta ed inerte.
Poesia scritta il 26/01/2012 - 16:54
Da Lucia Ghitti
Letta n.1432 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
molto interessante nella scelta dei versi porta verso emozioni intense
Danydima 30/01/2012 - 09:09
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Ho letto per scelta il tuo testo che apprezzo per il contenuto e la scelta del lessico.Ciao da chi è meteora in uno spazio di stelle spente...
Kalman 28/01/2012 - 10:43
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