In un quiescente meriggio di quel ricorrer autunnale; nella via passeggio lento.Indomito leggiadramente vagando, ascolto, e a rivenir mi pento di quei gai giorni di pueril sognare.
Ricordo, sensazione, di più bel miraggio beato mi regalasti,tu, mia eterna luce, che nelle aule rifuggisti il male di colui che tremando teme il suo nome. Ora il divenir del tempo, strappa quel giocondo loco, quell'amara stanza..
Invano, detesto saggia mente e impavido core. Invano,descrivo sogni prestigiatori nella mia essenza imperfetta. E tu principessa, cor dal fil di ferro, vivi,senza ombra d'inganno, ancora, di un immacolata fanciullezza..
Ricordo, sensazione, di più bel miraggio beato mi regalasti,tu, mia eterna luce, che nelle aule rifuggisti il male di colui che tremando teme il suo nome. Ora il divenir del tempo, strappa quel giocondo loco, quell'amara stanza..
Invano, detesto saggia mente e impavido core. Invano,descrivo sogni prestigiatori nella mia essenza imperfetta. E tu principessa, cor dal fil di ferro, vivi,senza ombra d'inganno, ancora, di un immacolata fanciullezza..
Poesia scritta il 05/11/2015 - 09:52
Letta n.506 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.