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Fanciulla Gaia

In un quiescente meriggio di quel ricorrer autunnale; nella via passeggio lento.Indomito leggiadramente vagando, ascolto, e a rivenir mi pento di quei gai giorni di pueril sognare.
Ricordo, sensazione, di più bel miraggio beato mi regalasti,tu, mia eterna luce, che nelle aule rifuggisti il male di colui che tremando teme il suo nome. Ora il divenir del tempo, strappa quel giocondo loco, quell'amara stanza..
Invano, detesto saggia mente e impavido core. Invano,descrivo  sogni prestigiatori nella mia essenza imperfetta. E tu principessa, cor dal fil di ferro, vivi,senza ombra d'inganno, ancora, di un immacolata fanciullezza..



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Poesia scritta il 05/11/2015 - 09:52
Da Roberto Amato
Letta n.545 volte.
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