Fulgido speglio
saetta 'l mio corpo!
saetta 'l mio corpo!
Luce riflessa
d'un autunno oramai
tardivo, e d' un'estate
che procrastina la morte.
Arido autunno!
Qual' immenso giubilo:
doppia morte nella natura
e nel mio core.
Fatal licore, sogno
dei cechi, dei malati...
Morte del mondo!
Nel fogliame sporco
e accasciato
vedo lo speglio
del mio dannato corpo.
È l'inverno che s'ode,
co 'l suo drappello che marcia,
E 'l sole m'irradia ancora
a braccetto co 'l estate!
Oh! vana speranza! Non spero
oramai da tempo.
Quindi scappa luce solare!
Fuggi via, non è 'l momento.
Una carcassa prega
pe 'l freddo pungente,
estate vuol dire vermi!
O Dio, di gelidi zefiri
cospargi 'l mio corpo!
ci sarà la malinconia a scaldarmi!
Le carcasse non vivono...
Vive la maledizione che non ho,
ma che ho sognato.
Poesia scritta il 11/11/2015 - 20:02
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Commenti
Un sentito... quanto riflessivo verseggio. La mia considerazione e la mia lieta giornata.
Rocco Michele LETTINI 12/11/2015 - 08:54
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