La morte
e la luce non sia sulla mia anima.
Ora sarei a riposo dai miei affanni.
Come i bambini che non hanno visto la luce
non sarei più.
I malvagi grazie ad ella smisero di fare danni.
E l’invidia spirò in un sol giorno.
All’ingiustizia le viene chiusa la bocca.
E tutti quando giacciono nella tomba
sono nascosti dalla frusta della lingua.
Quante volte ho pronunciato queste parole!
Quante volte chiamai la Signora Morte
ma ella si tappava gli orecchi
per non sentire i miei lamenti.
La mia richiesta d’aiuto era un semplice scherzo,
non intuiva quanto sul serio io parlassi.
E così la esecravo…
e faticosamente i miei giorni
dietro me trascinavo….
 
Fintantoché arrivarono quegli anni
in cui gioia provavo
e diletto in tutto ciò che facevo,
entusiasmo da vendere avevo
e mi ripetevo:
“Oggi farai questo,
domani farai quest’altro,
dopodomani terminerai quel lavoretto…”.
Ma una notte mentre giacevo sul mio letto
un essere immondo attraversò la porta,
aveva un grande mantello nero,
grande quanto il mondo,
mi guardò senza pietà,
e disse che con lei dovevo andare
che era giunto il mio momento.
Io la implorai e le dissi:
“Permettimi ancora di assaporare la vita,
a 70 anni non poteva essere già finita!”.
Tuttavia la morte
con la sua forza incommensurabile
mi prese
e mi trascinò via con sé.
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N.B.: Ho trovato ispirazione per scrivere questa poesia leggendo i capitoli da 3 a 6 di Giobbe della Sacra Bibbia
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Buon proseguimento di giornata
Ti auguro una buona giornata
LIETA SERATA MADDALENA.
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Comunque io non voglio vivere solo 70 anni, voglio vivere di più, molto di più...
Baci, baci!