l'ulivo
Un pugno di terra per affondar le radici,
una lacrima d’acqua per ristorarsi,cosi tu ci
insegni rugoso ulivo.
Splende al sol l’argentea corteccia e vibrano all’uninsono
Le foglie di un verde intenso,che si specchiano nel cielo terso.
Le mite distese di toscana tu copri ,li ove il tempo
Sembra piu lento,tutto ha il sapor una vita serena,una vita
Che se io potessi spenderei in arcadia!
Un fiume d’oro ci dono dal sapor dei frutti,
aspro,si ma succo della tua vena.
Sta il contadin sull’aia a sgranar le dure bacche,cantan festose
Le fanciulle con la chioma al vento,il viso segnato seppur
Giovinelle dal sol e dal sudore.
Gioca il bambinello nei fanciulleschi giorni,
rimira il fattor il suo regno e zufolando contento,
si bea del suo lavoro.
Torchian le olive i frantoi,si libera nell’aere quel sottil
Profumo d’erba che rinfranca il cor e lo spirito.
Bagna nel novello olio il pan del suo mulino,li il
Sapor della campagna ha vinto.
Cala dietro i monti ,sulle campagned stanche,
sui pollai,e la fattoria il tramonto,
quel rosseggiar tra i rami d’ulivo,e loro foglie,
che si nascondon dall’ultima luce,lascia
lo spirito ammaliato da tanta grazia di te oh creato.
Silenzio,è notte!
Mormora or la civetta tra quegli ulivi
Che vider il lavorio dei campi,
e ricordano il biondo olio del giorno!
Un di,Sali al colle,nella terra
Di giudea un saggio carico di dolor
Ma certo della gioia.
Voi ulivi ricoglieste gli ultimi sussulti gli ultimi singulti
Di una vita che periva per noi
Per quel che siamo!
Antico ricordo gezemani porti,
di quel bosco
le fronde aqsciugarono il pianto
del figlio dell’uomo
una lacrima d’acqua per ristorarsi,cosi tu ci
insegni rugoso ulivo.
Splende al sol l’argentea corteccia e vibrano all’uninsono
Le foglie di un verde intenso,che si specchiano nel cielo terso.
Le mite distese di toscana tu copri ,li ove il tempo
Sembra piu lento,tutto ha il sapor una vita serena,una vita
Che se io potessi spenderei in arcadia!
Un fiume d’oro ci dono dal sapor dei frutti,
aspro,si ma succo della tua vena.
Sta il contadin sull’aia a sgranar le dure bacche,cantan festose
Le fanciulle con la chioma al vento,il viso segnato seppur
Giovinelle dal sol e dal sudore.
Gioca il bambinello nei fanciulleschi giorni,
rimira il fattor il suo regno e zufolando contento,
si bea del suo lavoro.
Torchian le olive i frantoi,si libera nell’aere quel sottil
Profumo d’erba che rinfranca il cor e lo spirito.
Bagna nel novello olio il pan del suo mulino,li il
Sapor della campagna ha vinto.
Cala dietro i monti ,sulle campagned stanche,
sui pollai,e la fattoria il tramonto,
quel rosseggiar tra i rami d’ulivo,e loro foglie,
che si nascondon dall’ultima luce,lascia
lo spirito ammaliato da tanta grazia di te oh creato.
Silenzio,è notte!
Mormora or la civetta tra quegli ulivi
Che vider il lavorio dei campi,
e ricordano il biondo olio del giorno!
Un di,Sali al colle,nella terra
Di giudea un saggio carico di dolor
Ma certo della gioia.
Voi ulivi ricoglieste gli ultimi sussulti gli ultimi singulti
Di una vita che periva per noi
Per quel che siamo!
Antico ricordo gezemani porti,
di quel bosco
le fronde aqsciugarono il pianto
del figlio dell’uomo
corrado cioci
Poesia scritta il 29/04/2016 - 10:15
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Davvero profonda, bella!! Buona serata,
Chiara B. 29/04/2016 - 18:53
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bellissima opera io la vedrei meglio come racconto ma bella anche in poesia ***** per te
POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM 29/04/2016 - 18:12
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