Delicati fiori dagli esili gambi,
piegati dalla pioggia,
reclinano il capo in atto di devozione.
Infreddoliti e succubi del gelo,
soccombono sotto la grandine della cupidigia.
Non v'è luce,
non v'è cura per ciò che appare
fragilmente e banalmente umano.
piegati dalla pioggia,
reclinano il capo in atto di devozione.
Infreddoliti e succubi del gelo,
soccombono sotto la grandine della cupidigia.
Non v'è luce,
non v'è cura per ciò che appare
fragilmente e banalmente umano.

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Commenti
Dal sapore amaro, la bellezza di questa poesia, intensamente calata sulle fragilità umane, che ci fanno distinguere... e avvicinare all'infinito. Eppure sembrano segnare tragicamente i nostri limiti... Molto brava. Compimenti***** 



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