Delicati fiori dagli esili gambi,
piegati dalla pioggia,
reclinano il capo in atto di devozione.
Infreddoliti e succubi del gelo,
soccombono sotto la grandine della cupidigia.
Non v'è luce,
non v'è cura per ciò che appare
fragilmente e banalmente umano.
piegati dalla pioggia,
reclinano il capo in atto di devozione.
Infreddoliti e succubi del gelo,
soccombono sotto la grandine della cupidigia.
Non v'è luce,
non v'è cura per ciò che appare
fragilmente e banalmente umano.
Poesia scritta il 22/08/2016 - 14:28
Letta n.1069 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Dal sapore amaro, la bellezza di questa poesia, intensamente calata sulle fragilità umane, che ci fanno distinguere... e avvicinare all'infinito. Eppure sembrano segnare tragicamente i nostri limiti... Molto brava. Compimenti*****
Francesco Gentile 23/08/2016 - 10:55
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.