Timide, inventano scuse per sfiorarsi.
Prudenti nel toccarsi, mascherano ogni carezza
Mentre giocano a inseguirsi,
Nella nostra insicurezza.
Isolati dal mondo, quieta la stanza ci avvolge.
Ma più siamo vicini, più si dissolve,
Lasciandoci come stelle spiate dalla Luna,
In un angolo d’universo,
Noi, da tutto il resto in fuga.
Che cosa aspettiamo?
Come granelli di sabbia trovatisi a fianco
Su dune battute dal vento,
Quanto a lungo rimarremo vicini?
Quanto in fretta saremo lontani?
Ma parliamo di tutto e ignoriamo l’istinto,
Usiamo un sorriso, per celare un sospiro.
Poi un attimo: cala il silenzio.
Eccolo, l’istante sospeso nel tempo.
Come quando appare il primo fiocco di neve,
E lo osservi scendere, senza sapere
Se allungare la mano e provare ad afferrarlo
O lasciarlo cadere,
Per guardarlo svanire.
Simili gli occhi ora indugiano incerti:
Se alzarsi e cercarsi
O abbassarsi e ignorarsi.
Poi d’improvviso una mano si scosta
Cambiare discorso,
Cambiare il destino.
E noi...
Come i granelli di sabbia
Sulle dune battute dal vento,
Vicini per caso
Incapaci di afferraci,
Restiamo in attesa di trovarci lontani,
Rimpiangendo quel momento
In cui solo ci sfiorammo.
Era tutto lì, così vicino.
Era un attimo fa,
Eppure, è già un’altra vita.
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Grazie del tuo commento, ciao!
per segnare le ore della nostra vita
che per molti e già finita ma bravo
pure tu come l'hai scritta