Delle madri e dei padri
si conosce ogni ruga,
ma del loro cuore,
intimo e segreto,
non sappiamo nulla.
Delle madri e dei padri
ci arriva puntuale
la voce squillante
degli anni giovani,
i ripetuti consigli,
la mano nella mano,
le immagini rubate al tempo.
Del coro di voci che superava
l'onda piena della vita,
delle parole non dette,
delle partenze e dei ritorni,
degli echi spenti
nel perduto amore,
di questi, non sappiamo più nulla,
e pesano come cieli umidi
su alberi inzuppati.
Delle madri e dei padri
si diventa figli quando
al grido nella notte,
loro corrono a sciogliere
la paura in un abbraccio,
ad asciugare il pianto
in quel respiro misto
di cipria e di tabacco.
Delle madri e dei padri
ci rincorre da sempre
quell'attimo in cui,
lasciati soli davanti al mare,
o nei campi d'estate,
per la prima volta
incontrammo l'infinito,
e nelle corse affannate,
col cuore in gola,
conoscemmo la libertà,
l'ebrezza, il limite,
la confidenza col distacco.
Non sapevano i pericoli
che avremmo passato
senza di loro,
troppo impegnati a difendere
il pane e la dignità,
troppo stanchi per arrivare
all'epilogo felice delle favole.
si conosce ogni ruga,
ma del loro cuore,
intimo e segreto,
non sappiamo nulla.
Delle madri e dei padri
ci arriva puntuale
la voce squillante
degli anni giovani,
i ripetuti consigli,
la mano nella mano,
le immagini rubate al tempo.
Del coro di voci che superava
l'onda piena della vita,
delle parole non dette,
delle partenze e dei ritorni,
degli echi spenti
nel perduto amore,
di questi, non sappiamo più nulla,
e pesano come cieli umidi
su alberi inzuppati.
Delle madri e dei padri
si diventa figli quando
al grido nella notte,
loro corrono a sciogliere
la paura in un abbraccio,
ad asciugare il pianto
in quel respiro misto
di cipria e di tabacco.
Delle madri e dei padri
ci rincorre da sempre
quell'attimo in cui,
lasciati soli davanti al mare,
o nei campi d'estate,
per la prima volta
incontrammo l'infinito,
e nelle corse affannate,
col cuore in gola,
conoscemmo la libertà,
l'ebrezza, il limite,
la confidenza col distacco.
Non sapevano i pericoli
che avremmo passato
senza di loro,
troppo impegnati a difendere
il pane e la dignità,
troppo stanchi per arrivare
all'epilogo felice delle favole.
Delle madri e dei padri
si riceve l'eredità più grande
nella scoperta del perdono,
quale tesoro da offrire
allo stesso sangue
che scorre nel fiume
della nostra discendenza,
quale concime per difendere
i germogli fragili
dal vento e dalla gramigna.
Delle madri e dei padri
ci restano i segni indelebili
che attraversano la pelle e l'anima,
le fondamenta scavate nel tempo
per costruire solidi ponti
tra la memoria e il sogno,
le chiavi giuste
per aprire il nostro cuore
ai figli che verranno.
Poesia scritta il 18/11/2016 - 23:26
Letta n.1134 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Un riflessivo poetar... da encomiare, per quanto di oculato espande...
Lieto fine settimana, Pasquale.
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Lieto fine settimana, Pasquale.
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Rocco Michele LETTINI 19/11/2016 - 12:48
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delle padri e delle madri si conosce sempre il sacrificio. Mi è piaciuta. Giulio.
Giulio Soro 19/11/2016 - 11:13
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Pasquale
verità e bellezza
complimenti
verità e bellezza
complimenti
laisa azzurra 19/11/2016 - 11:12
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delle madri e dei padri resta un recondito angolo celato anche al più attento dei figli, un segreto che mi sarà svelato, celato dall'amore
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Flavia Spadiliero 19/11/2016 - 09:34
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