che bel sorriso hai
brigante
che vivi braccato
come tuo padre
che fu latitante
dalle mani macchiate di sangue
per lavare i soprusi
del suo orgoglio di uomo ferito
nella luce fioca di una lampada ad olio
con i cuori trafitti
dai coltelli spezzati per la fatica di vivere
tra la paglia e il carro
c'era il suo cavallo
stremato da una folle corsa
lanciata alle soglie di un cielo
povero e nero
sempre sconfitto
a tuo padre fuggito nel bosco
accerchiato dai carabinieri dell'Italia straniera
lo difese come una mamma la n'drangheta
lo allattò di codici e regole e gli offrì libertà e dittatura
lui scelse
in un cielo bagnato di pioggia
il fango della montagna ed una preghiera
nella quale calmò la sua vergogna
di essere diventato lupo tra i lupi
brigante
che belle spalle hai
pensi sempre a lei?
a lei dalle cosce rotonde
bianche e dure
come sono le pietre della strada
che porta a casa sua
quando di notte in piedi
nel portone
le ruba veloce un gemito solo
la tua mano possente
che alla sua bocca offre un dono d'amore
che le strazia la mente
dal piacere confuso
nell'angoscia della partenza
tu non le parli d'amore
non dici parole
le parole le hai lasciate
giù al porto
sul mare
capovolte come le piccole barche
che nella tempesta portavano via
immense farfalle dalle ali spezzate
brigante
quel giorno erano alzate le tue mani
senza lupara
la luna taceva e nel chiarore
che illuminava la notte
nessun giudice
potrà sentenziare
cosa succede
quando scoppia
crudele come uno sparo
l'amore nel cuore di un uomo
che non mangia il pane della speranza
nessun Dio
potrà fermare
la corsa di noi gente del sud
condannati
a partire
perdere
oppure a morire
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