Vengo al mondo 
sullo sfondo di un teatro
Sono un nome
Un attore rassegnato.
Entro in scena mascherato
Ripudiando questo ruolo
Che la vita mi ha assegnato.
Mi rifletto 
in questo specchio antisociale.
Mi dimeno, dò spettacolo
Come fossi un animale.
Sono tutto 
senza esser niente,
Sono il marchio 
apposto dalla gente.
La condanna di vivere nell'ombra.
Il silenzio 
che dà voce alla vergogna.
L'impotenza 
di trasmettere un messaggio: 
L'amore non ha sesso né colore,
È la patria del linguaggio.
Metto una lente 
davanti al mio volto,
Nessuna pretesa 
ma solo un risvolto 
di un occhio proteso 
su un viso schernito 
da sguardi di fango 
e da un finto sorriso.
Smontate le accuse 
e spezzate le catene 
alle speranze (p)recluse,
Chiudo il sipario 
E cade la rappresentazione.
Muore l'attore  
In cerca di bramata approvazione.
Perbenismo attitudini e convenzioni
Non mi riconosco 
Nella cornice
Delle ipocrite finzioni.
Torno al mondo 
cercando la mia dimensione.
Dalla rinascita 
ho deciso di cambiare nome.
Questa/o sono io:
Fenomeno da baraccone
Comunico sfrontatezza
Sfacciataggine
Sono la RIVOLUZIONE.
Poesia scritta il 24/04/2017 - 13:40Voto:  |  su 4 votanti  | 
	
LIETA DOMENICA, GIULIA.
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Rocco Michele LETTINI  
 25/04/2017 - 11:08 Complimenti!
  
  
margherita pisano  
 25/04/2017 - 08:15 
Anti Lirico  
 24/04/2017 - 20:33 
  
  
Francesco Scolaro  
 24/04/2017 - 15:27 
                        


