Vengo al mondo
sullo sfondo di un teatro
Sono un nome
Un attore rassegnato.
Entro in scena mascherato
Ripudiando questo ruolo
Che la vita mi ha assegnato.
Mi rifletto
in questo specchio antisociale.
Mi dimeno, dò spettacolo
Come fossi un animale.
Sono tutto
senza esser niente,
Sono il marchio
apposto dalla gente.
La condanna di vivere nell'ombra.
Il silenzio
che dà voce alla vergogna.
L'impotenza
di trasmettere un messaggio:
L'amore non ha sesso né colore,
È la patria del linguaggio.
Metto una lente
davanti al mio volto,
Nessuna pretesa
ma solo un risvolto
di un occhio proteso
su un viso schernito
da sguardi di fango
e da un finto sorriso.
Smontate le accuse
e spezzate le catene
alle speranze (p)recluse,
Chiudo il sipario
E cade la rappresentazione.
Muore l'attore
In cerca di bramata approvazione.
Perbenismo attitudini e convenzioni
Non mi riconosco
Nella cornice
Delle ipocrite finzioni.
Torno al mondo
cercando la mia dimensione.
Dalla rinascita
ho deciso di cambiare nome.
Questa/o sono io:
Fenomeno da baraccone
Comunico sfrontatezza
Sfacciataggine
Sono la RIVOLUZIONE.
Voto: | su 4 votanti |
LIETA DOMENICA, GIULIA.
*****
Complimenti!