godendomi i primi sprazzi di sole.
Giaccio qui tra le spighe di grano.
So che tu fai i cerchi nel grano.
C’è un tempo per venire in soccorso
e un tempo per abiurare,
scaltri malfattori incombono dietro l’angolo,
siamo sotto il pesante fardello di ciò che pensano di noi.
Mi muovo tra le pannocchie scansandole, urtandole.
Ne prendo una e la svelo, gli tolgo la buccia spessa
e ne mangio i chicchi, sono dolci.
Intanto noto che il tuo cerchio nel grano è molto complesso
Faccio fatica a capire che cosa ti abbia spinto qui,
e per quale motivo non hai approfittato della giornata per riposare,
inseguo i tuoi cerchi nel grano, arrancando, affaticato.
Seguo il sole, in alto, è nel punto più alto ora.
Forse ti sei fermata, così per prendere fiato, o per prendere il sole,
Non riesco a scorgere il tuo passaggio.
Le tue gambe tornite accolgono i raggi con disponibilità,
m’immagino di essere lì con te.
L’ultimo cerchio che hai fatto è una spirale,
sembra l’elica del dna,
vista dall’alto fa tutto un altro effetto,
ma ora è tempo di mettersi in cammino.
Il sentiero si addipana lento,
e la salita è colma,
non c’è possibilità di fuga, da qui.
Sento la tua presenza, mi sembra di sentire l’odore della tua pelle.
Ti raggiungerò prima o poi, come il sole che tramonta a ovest,
e rimarrò dieci minuti ad abbracciarti,
leccherò le tue labbra e tra le spighe di grano,
i nostri corpi cominceranno a muoversi.
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Rappresentazione molto poetica!
o i vostri corpi nel grano?
molto piaciuta Giulio
buon pomeriggio