i ricordi ora si precipitano per incontrarmi,
nello spazio fra i cieli e nell’angolo di qualche campo straniero.
Ho fatto un sogno, ho fatto un sogno.
Addio Max.
Addio mamma.
Dopo la funzione mentre torni lentamente verso l’auto
e l’argento nei tuoi capelli splende nell’aria fredda di novembre,
senti la campana che suona a morto e tocchi la seta del risvolto.
E mentre le lacrime salgono a incontrare il conforto della banda,
le prendi la fragile mano e ti aggrappi al sogno.
Un posto dove rimanere, abbastanza cibo,
un luogo dove i vecchi eroi si mescolano al sicuro giù nella strada.
Dove puoi parlare ad alta voce dei tuoi dubbi e delle tue paure,
non devi sentire il solito conformismo sfondarti la porta,
dove puoi stare tranquillo sia nei quartieri alti sia nei bassifondi
e i maniaci non fanno saltare in aria i suonatori tramite un telecomando.
E tutti possono far ricorso alla legge.
E nessuno uccide più i bambini, mai più.
E nessuno uccide più i bambini.
Notte dopo notte mi gira e mi rigira nella mente il suo sogno
e mi sta facendo impazzire.
Nell’angolo di un qualche campo straniero
l’artigliere riposa.
Quel che è fatto è fatto.
Non possiamo cancellare la scena finale,
prendetevi cura del sogno.
Prendetevene cura
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nn solo è semplicemente stupenda
ma la dolcezza e la tenerezza sono commoventi fino alle lacrime
la chiusa poi è straordinaria
ci prenderemo cura dei sogni
Nicol
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