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Roma - parte terza -

Voglio odiarla,
Roma,
odiarla perchè è mia
e mi parla
come solo io
so parlare
a me stesso,
perché sa
reperire
antichi dolori,
sepolti vivi
nella coscienza
collettiva,
perchè li erge
monumentali
contro le pareti
del mondo,
odiarla
perché Roma è vera
vera nel male
e nel bene
nella bellezza,
nel degrado,
vera
di una verità
tanto lucida
da chiarire
ogni limite.
Ed è così,
Roma,
non la si capisce
soltanto,
non la si ama
soltanto,
si deve
volerla,
Roma,
Roma è donna,
è fatale,
vuole essere
desiderata,
corteggiata,
sedotta
vuole essere
voluta,
e io
la voglio
sentire mia,
vagarci
senza meta,
come vago
in me stesso,
percorrere
le sue
alte distanze,
senza mai sapere
dove andare,
voltarmi,
dipingermi
addosso
lo stupore,
andare avanti,
ancora avanti
e infine
riscoprirmi
in braccio
al Colosseo,
vedere
il giorno
esaurire
l'ultima luce,
guardarla
far capolino
sotto l'arco
di Trionfo,
e sentirmi
beato.



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Poesia scritta il 10/07/2017 - 14:30
Da Matih Bobek
Letta n.1132 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


l'Arco di Trionfo in realtà, a Roma, sarebbe l'Arco di Costantino...ma qualcuno lo chiama così, come l'hai definito tu...
Roma è una splendida donna da "possedere" per qualche giorno e qualche notte e poi fuggire via...
tornare ogni volta col desiderio di averla, ma poi lasciarla ancora....
io la vivo Roma, come te
non ha eguali, indubbiamente,
ma i romani dell'antico Impero si staranno rivoltando nelle loro tombe

laisa azzurra 10/07/2017 - 19:26

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L'amore per la città eterna qui si può quasi toccare tanto è fatto di terra, di pietre, di reliquie, di eredità del tempo. Roma come una donna da amare. E così sia. Molto piaciuta questa tua. Giulio Soro

Giulio Soro 10/07/2017 - 18:34

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