Or lasso ed egro
Miro l’alba soave, che già s’appresta
a cedere il passo alla germana aurora,
mentre la mente pensa al mio occaso,
che a lunghi passi corre verso l’Ade.
Sento Lachesi e Cloto mugugnare
ed Atropo ghignare, spezzando il filo;
Caronte già mi attende sulla sponda
per traghettar, contento, l’Acheronte.
Or lasso ed egro, ma pago d’ogni dì,
che con solerzia solidale sempre vissi
alla luce del sole e pur delle candele,
al mostruoso Cerbero m’inchino
ed indi a Minosse, giudice degli inferi,
perché mi assegni con clemenza il sito
di una bolgia infernale meno greve,
avendo già in terra io scontato il fio.
Dal mio libro "BRIO E MALINCONIA"
Poesia scritta il 13/11/2017 - 12:31
Letta n.1229 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Grazie, Giancarlo, e tanta cordialità.
Gino Ragusa Di Romano 17/11/2017 - 08:35
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bella opera Gino
GIANCARLO POETA DELL'AMORE 13/11/2017 - 17:35
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