LA LETTERA DI UN COMPAGNO
Cara compagna mia di banco,
Ti scrivo questa lettera perché riconosco
che le parole pronunziate volano spesso via
prima d’essere meditate
con la mente e l’allegria.
Devo chiederti scusa per le mie mancanze.
Sono state sconsiderate,
offensive e pure tante.
Mi sono comportato da sciocco
e stupido per aver deriso la tua diversità,
che credevo gracile perché donna.
Non m’accorgevo che ero solo io che
m’alimentavo della mia mediocrità.
Da oggi voglio guardarti con occhi diversi,
sinceri, onesti,
ossequiosi e senza aggressività.
Perché ho capito che senza di te
la scuola, la nostra classe, la vita si spegne,
e diventa davvero una brutta realtà.
Imparerò a essere riguardoso proprio di chi vede in te
l’essere gentile, prudente, resistente, generoso,
come al mondo non ce n’è!
Come il mio cuore, che quando ti guarda,
forte batte ed è felice più di un re.
Vorrò essere sempre cortese, garbato,
sincero quando a te mi rivolgerò,
e parlarti a cuore aperto.
Mai più sarò arrogante ma riverente,
senza nasconderti le mie gracilità
che ho sempre camuffato
con l’essere insolente.
Ora lo sai che quando sono stato
villano e arrabbiato per un nonnulla,
ho dimostrato solo d’essere debole e prepotente,
davvero come un asino senza la sua pelle.
Sono stato poco accorto
nell’approccio con te donnina
che completi gentilmente la mia diversità.
Ti chiedo ancora scusa per averti dimostrato
d’avere la mia mente davvero piccolina.
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