Poca cosa, non ti parlo mai,
ma ti so ascoltare. Il respiro sospeso,
la pausa stupita, le unghie smaltate, la mano davanti alla bocca.
Come calchi sulle sibilanti quando qualcosa ti schifa,
un morso acido alla mela proibita.
Quando abbassi il tono se ti fai seria e pensierosa o,
magari, immagini il bianconiglio, correre tra le rose e le spine.
Il soffice sussurro di quando mi confessi una gentilezza:
il vento tra le fronde ombrose; forse è già l'autunno.
Come alzi il sopracciglio quando sei assorta,
gli occhi di nero, intrisi di sogni; una luna calante.
Non andartene, rimani.
Non ti guardo fisso, so che ti imbarazza
corri bianconiglio, corri...
Guarderò come ti abbracci parlando dell'infanzia
le tenerezze scontate, un cuore di giglio.
Come ti spii allo specchio con l'aria complice della malinconia
i ricordi di spine. Oh, che male, queste rose...
Come giri il tuo caffè in attesa di quello che non avrai
acqua salata alle labbra riarse, l'invidia bambina.
Come ti tormenti la ciocca quando ottieni quello che non meriti
ora vorresti correre tu tra le rose e le spine...
Come ti graffi, nervosa, i polsi quando piangi,
bianca pelliccia squarciata; quasi dolore, poi liberazione.
Aspetta, non andartene, rimani.
Mi siedo qui accanto quando ti mordi il labbro.
Una vecchia foto, i cuoricini di carta, i fiori secchi nei libri.
Rimango poi immobile quando cominci a raccontare
tua madre che saluta da lontano, i sorrisi dolci, le lacrime amare.
Lo schiaffo che mi hai dato per averti scostato i capelli dal viso.
Per nasconderti, una maschera a metà.
Poi forse mi chiederai scusa e mi farai una linguaccia,
ti addormenti sul mio braccio e... corri coniglietto, corri...
Per non sentirti sola, ti confido del mio odio,
per sentirti tremare, le grigie paure per sussultare.
L'orsetto sventrato, le pagine strappate, il letto disfatto e
un bacio di rossetto sullo specchio.
Non correre ancora, rimani.
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onestamente mi era sfuggita
onestamente, nn ho parole
ti chiederai perchè...forse