chiudere gli occhi e fluttuare.
Riuscire a calmare
la guerra tra animi
che mormora e rende tutto tetro.
Tuoni e tempeste si abbattono,
suonano e lavano
l'animo umano.
L'atmosfera si surriscalda,
la gente si imprime
di concime
e di un regime,
unitario, forte,
in grado di distruggere ogni altra corte,
ogni altra sorte.
Utopia,
portami via.
Portami dove ci sia
quell'alchimia
che possa inondare il cuore,
dove ogni gente muore
solo dopo aver sconfitto questo rumore.
Raggiungere quel bagliore
che tanto distante pare
ma che possa aberrare ogni singola mente.
Sarebbe inconcepibile
riuscire a perdersi
nel vuoto che riempie questi versi.
Sarebbe possibile,
ai limiti della cospicuità,
alienarsi dalla realtà
senza perdere
la propria identità?
La mia non è ossessione
è tentazione
e non vessazione.
Tentare di ottenere
ciò che una candela
riuscirebbe a fare solo su tela.
Un'immagine che gela
ma che tutela
ogni piccola speranza.
Una luce eterna,
immortale e fraterna,
che possa pervadere
le tante barriere
che ci fanno contenere,
che nutrono questo gran braciere.
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