Selvaggio lupo dal fulvo pel
che l' uomo teme dalla sua storia .
Se fosse pavor il vello  pieno 
non vi sarebbe  rifugio  e tetto.
Feral  il morso che infinge  non per sua
rabbia ,funesto intento ,ma come Artemide, dall arco d'oro ,ditta dentro per suo governo .
Natura ,d'ogni  creatura albergo ,
fonte di vita dal monte al deserto.
Quando la lupa  s 'aggira per i bosco, 
non s'ode  pigolar  il passerotto ,
Il vento trema al suo passo , al suo tono .
Lupo che pensi  ,temuto amico ?
Ti  rifugge ognun che la vita adora ,
simbolo di morte  di cruda  sposa .
Gli occhi indomiti  fissi e fieri
non conobbero mai chi piego '
capo e artiglio, 
Oh terrifico ringhio 
Che entro ti brucia 
Tormenta come un vento 
In tempesta 
allor che a cacciar  nella selva 
sei all "opra
ne catena  ,capestro per suo onore .
Bramosia  ti scorre come fiume
In piena, maestà 'del regno  fatal  
e antico  che pietà  non nuove al suo cospetto virtù mai fu seme di tua struttura ,
amor dell arte e sua scrittura .
Sol segue il bestial core Che entro ti vince .
Siamo noi di genio pieno , uomini onesti,
o più fratel del nemico altero ?
Quando  ci lordiam  le mani  di sangue 
e lacrime  chi più cruento?
Le morte idee risorgono  illuminano 
Il sentiero  chi più affonda le zanne 
E l' uomo  !
Il male serpe senza freno ma non di muso,
sì veste di pelle ,viso  verbo  e Cristo! 
Il cupo pensier che toglie notte ,quinci sonno 
e' la coscenza  che bussa ,tormenta ,
raminga  senza meta
Corrado cioci
Poesia scritta il 13/09/2018 - 11:27Voto:  |  su 0 votanti  | 
	
Nessun commento è presente
                        


