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RECLUSO

Ho troppa solitudine in fondo al cuore
E più guardo questo paesaggio freddo e spoglio
E più me ne convinco,
Vivo nei pochi metri quadri del mio appartamento
Come in una gabbia lontano dalle persone
Senza curarmi del mio aspetto
Con la mente rivolta ai lontani giorni felici in famiglia.
Rivolgo parola agli oggetti e a chi ho perduto
Lungo il cammino
Fantasticando e animandoli come un qualcosa di reale
Mentre le lancette dell’orologio sono ferme
Alla solita ora di tre anni fa,
Se potessi darei un taglio a tutto questo
O la farei finita
Ma probabilmente renderei infelice
Quell’unica persona che mi piange
E che cerca in vari modi di aiutarmi;
Come può Dio permettere tutta questa infelicità?
Questa sofferenza?
È innegabile che nulla è perfetto
Ma lo scopo originario era un altro e bisogna ammetterlo,
Non voglio incolpare nessuno della mia situazione
Ma il mio cervello attualmente
È un groviglio di pensieri vuoti;
Quanti domani ancora dovrò sopportare
Senza che io possa reagire?
E quando capirò che la mia esistenza
Ha comunque qualcosa da dire in questo mondo
Che mi circonda e che non cerca assolutamente di distruggermi?



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Poesia scritta il 24/12/2019 - 00:57
Da Mirko Faes
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