tracciano percorsi invisibili e strade segrete,
gallerie strette e chiuse in se stesse,
che si rincontrano e si divaricano in bivi infiniti.
I ragni tessono le loro ragnatele,
il vento le fa oscillare come spighe
e una folata le spezza:
così crolla una torre,
sulle rovine se ne costruisce un’altra,
una fenice leggera e impalpabile.
Ho le formiche negli occhi e gli scarafaggi sulla pelle,
costruiscono enormi impalcature
che partono dal mento fino alle pupille che,
appesantite da tanto lavoro espellono ciò che non serve, i rifiuti, affinché non intasino i lavori,
e chissà cosa mai i lavori in corso produrranno,
se altre impalcature inutili e tanto inutili come i propri resti.
Ho scarafaggi sulla pelle.
Le dita prudono e fanno male e le unghie fremono,
prese dalla necessità di accumulare qualcosa.
Certamente è effimero ma gli scarafaggi vogliono quello che vogliono, la pelle anche,
e uno scarafaggio
fa quello che deve fare,
accumula resti o pelle o escrementi per placare la smania o almeno provare una sensazione di completezza.
Uno scarafaggio fa quello che uno scarafaggio fa,
come i ragni e le formiche,
per questo ho Ragni nei capelli, Formiche negli occhi e Scarafaggi sulla pelle.
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