Vivo dentro l’autopsia di un giorno:
Nello spazio che divora altri spazi
Nell’implosione delle mie cellule
Nel deterioramento del mio ippocampo.
Nello spazio che divora altri spazi
Nell’implosione delle mie cellule
Nel deterioramento del mio ippocampo.
Cado e ricado e poi silenzioso tracimo
Fin quando possa una voragine
Ottenere la mia stessa peculiarità;
Vuoti associativi che s’assurgono
E dilatano le proporzioni.
Cieli,mari,montagne,strade e in esse
L’uomo
Accumulatore e vertigine di se stesso.
Il mio domani
Potrebbe avere una nuova latitudine,
Un divenire
Più metamorfico e impellente,
Oppure schiumare distanze
E morire di una morte regressa
Poesia scritta il 01/05/2020 - 16:12
Da Mirko Faes
Letta n.719 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
la speranza ci porta al domani,piaciuta
loretta margherita citarei 01/05/2020 - 21:37
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Grondante di immagini e suggestioni!
Anna Maria Foglia 01/05/2020 - 17:35
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Intensa, ponderata, iperaccurata.
Apprezzata, tantissimmo.
Apprezzata, tantissimmo.
Atrebor Atrebor 01/05/2020 - 17:30
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E' la prima volta che ti leggo e mi è piaciuto questo modo particolare di poetare.
Maria Luisa Bandiera 01/05/2020 - 16:43
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